L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

martedì 15 dicembre 2009

Viaggio nel paese di White Christmas

Bossi: tutto legale. Bagnasco: accoglienza, è il dna della Chiesa
Gli amministratori di Coccaglio: abbiamo speso più per gli stranieri che per gli italiani
Viaggio nel paese di White Christmas "I nostri figli hanno troppi amici neri"


COCCAGLIO (Brescia) - Un anno fa, per John, il Bianco Natale è stato il concerto gospel nella parrocchia Santa Maria Nascente. È stato quelle lunghe notti di prove con i suoi amici del centro storico, ghanesi come lui, e coi senegalesi che arrivavano in chiesa dai condomini di via Castrezzato, gli unici palazzi in questo comune tutto ville e villette. "Un anno fa - dice ora John - il Bianco Natale era anche la mia festa. Io sono cristiano. Avevamo organizzato il concerto perché sappiamo che quel tipo di musica gli italiani la conoscono poco, la vedono solo in televisione". Poi John smette di parlare. Affonda il mento nella sua sciarpa rossa, gialla e verde come la bandiera del suo paese. "Quest'anno invece ci dicono che a Natale dobbiamo andare via".

A Coccaglio, il comune bresciano che con l'operazione "White Christmas" ha inaugurato la caccia al clandestino in nome del Natale, John e i suoi amici sono ormai un quinto della popolazione. Negli uffici del municipio c'è un grafico affisso al muro, che si arrampica ripidamente verso l'alto e mostra il terremoto etnico degli ultimi dieci anni. Aprile '98, 177 stranieri. Aprile 2009, 1583, su poco meno di settemila abitanti. Un'onda di migrazione che ha invaso questo borgo antichissimo e il suo centro storico che sembra rimasto immobile nel suo passato. Col castello romano ricamato di luci, la vecchia pieve dove ogni tanto si celebra messa, il monumento al madrigalista del '500 Luca Marenzio, proprio al centro della piazza che dal musicista prende il nome e divide due pezzi di città. Da una parte la caffetteria Ketty e il bar Al centro, vetrine lucide, arredi pettinati, clientela da middle-class di provincia. Dall'altra il bar Castello, comprato e gestito dai cinesi, frequentato soprattutto da stranieri. "Il nome lo conoscevo, "White Christmas", ma sinceramente non ci ho mai fatto caso - dice Romina, dietro il bancone della caffetteria Ketty - il problema è che del Natale a loro non gliene frega niente. Il nome forse è sbagliato, ma l'operazione, quella no. Loro qui non ci vengono. Perché fortunatamente con gli immigrati non ho mai attaccato". Il bar è un posto tranquillo. Entrano ed escono i clienti. Quattro sono seduti al tavolo. Arriva anche Monica, l'estetista del negozio accanto. "I miei figli hanno solo amici extracomunitari. Uno ha 14 anni, l'altro 12. Vanno in giro sempre con due romeni e due africani. A Coccaglio sono tantissimi. Io però non voglio che escano con questi. È razzismo questo?". Ma una ragione vera non c'è. "Mi chiede perché? Perché no. Non mi va. Non mi vanno nemmeno i loro genitori".

Mentre nel paese si discute e si commenta, l'amministrazione ha scelto il silenzio. Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi dice che "il Comune ha applicato la legge, anche se non c'era bisogno di chiamare l'operazione "White Christmas", si poteva chiamare "Natale controllo della regolarità". E il sindaco Franco Claretti e l'assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi, "leghisti dalla fondazione del partito", preferiscono non commentare. "Aspettiamo che Maroni riferisca in Parlamento, poi faremo anche qui una conferenza stampa" dice l'unico rappresentante in municipio dell'amministrazione, l'assessore alle politiche sociali Agostino Pedrali. "Da quando ci siamo insediati, a giugno, abbiamo speso più per gli stranieri che per gli italiani: 89mila euro contro 43mila". "Solo propaganda - replica il capogruppo del centrosinistra, Claudio Rossi - Su 150 alloggi da assegnare, solo due sono andati a stranieri".

Sui controlli in nome del Natale che hanno fatto indignare la politica e i cattolici, il presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, di nuovo ha spiegato che "la Chiesa ha nel suo dna più profondo, sull'esempio della luce di Gesù Cristo, il tema dell'accoglienza, del dialogo. Questo non significa, assolutamente, andare contro la sicurezza, altro diritto e dovere di tutti cittadini". Per trovare un po' di dialogo basta spostarsi poco più in là, alla periferia del paese, in via Mattei, al bar tabaccheria May Day. In centro lo chiamano il "bar dei kosovari", ma a versare grappa e litigare con la macchinetta del caffè c'è Andrea Cavallini, "purissimo bresciano", la moglie, clienti italiani, albanesi, macedoni e kosovari. "Lavorano tutti, chi fa l'operaio, chi il muratore. Tutti in regola e lavoratori. Ma da qualche settimana sono tutti a spasso. I cantieri sono fermi per la crisi". Andrea, che è amico e un po' il padre di tutti i ragazzi slavi, si è tenuta la tabaccheria e ha ceduto a loro il bar. "A me l'iniziativa non è piaciuta. Ma il metodo è terribile. Ti spediscono una lettera, se non rispondi entrano in casa, vedono se hai clandestini. Si faceva così ai tempi del Duce, lo faceva anche Stalin. Vogliamo tornare lì?". Se chiedi ai giovani kosovari dell'operazione "White Christmas" smettono di giocare a calcio balilla e spengono i sorrisi.

"Il problema non sono i controlli e nemmeno il nome - dice Mergan - è il momento. Perché ora c'è il rischio che con la perdita di lavoro si perda anche la possibilità di rinnovare i documenti. È vero, c'è il sussidio di disoccupazione. Ma si può chiedere una sola volta. Poi, dopo, cosa si fa con la moglie e i figli che sono nati qui, a Coccaglio". Mergan ha 38 anni, è arrivato in provincia di Brescia undici anni fa, si è sposato e ha ora quattro ragazzi. La sua è la storia di tanta immigrazione, impiegata nei cantieri edili tra Bergamo e Brescia, alla Scab che produce mobili, alla Bialetti delle famose caffettiere, nelle tante officine meccaniche. "Non lavoro da mesi - dice Megan - . Sono gli italiani a non chiamarmi più. Se va avanti così, e poi un giorno vengono a farmi un controllo, cosa succede?".

fonte : http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/immigrati-13/viaggio-paese/viaggio-paese.html
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Immigrati, crescita continua 4,8 milioni i nuovi italiani

Dal Rapporto Ismu 2009 il volto sempre più multietnico del Paese
500mila presenze in più rispetto al 2008, diminuiscono gli irregolari
Immigrati, crescita continua 4,8 milioni i nuovi italiani
L'integrazione è maggiore tra le donne e nelle città di provincia
A scuola 200mila studenti di cittadinanza straniera ma nati qui
di VLADIMIRO POLCHI


ROMA - Cresce il popolo dei "nuovi italiani", diminuisce l'esercito degli irregolari. Al 1° gennaio 2009 gli immigrati in regola toccano quota 4,8 milioni: mezzo milione in più rispetto al 2008. Diminuiscono invece gli irregolari: dai 651mila del 2008 ai 422mila del 2009 (229mila in meno). Non solo. Nonostante la crisi economica, aumenta l'occupazione straniera: 222mila assunti in più quest'anno.

L'identikit del più integrato? E' donna, coniugata (specie se con un italiano), ha figli; è in Italia da molto tempo; vive con i suoi familiari e in autonomia abitativa; mantiene pochi legami con il Paese d'origine. La provincia più accogliente è Trento, seguita da Massa-Cararra, Chieti, Modena e Ravenna.

A scattare l'ultima fotografia del pianeta immigrazione è il XV "Rapporto nazionale sulle migrazioni 2009" della Fondazione Ismu. Al rapporto, si accompagna quest'anno il volume Indici di integrazione: un'indagine su 12mila immigrati residenti in 32 città, effettuata tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009.

Chi sono oggi i "nuovi italiani"? La nazionalità più numerosa resta quella romena con 968mila presenze (21% del totale), seguita dall'albanese e dalla marocchina (538mila e 497mila). I musulmani sono 1,2 milioni a fronte di 860mila cattolici. Sul lavoro, nonostante la crisi economica, si registra un aumento dell'occupazione immigrata pari a 222mila nuovi assunti. Cresce però contestualmente anche la disoccupazione, che si attesta al 10,5%.

Gli effetti della crisi si fanno sentire poi sulle rimesse: 1,48 miliardi sono gli euro spediti nel I trimestre 2009, il 4,7% in meno rispetto al I trimestre del 2008. Resta positivo il contributo dell'immigrazione sui conti pubblici italiani: il rapporto Ismu evidenzia infatti come al netto delle imposte pagate, un italiano riceve in media 1.800 euro in più l'anno (soprattutto grazie a benefici legati all'anzianità, cioè le pensioni) rispetto a un immigrato. E il futuro? Rivedendo le previsioni Istat, l'Ismu prevede per il 2030 un totale di 8,3 milioni di residenti stranieri (quasi un raddoppio rispetto a oggi).

Aumentano le seconde generazioni. Nell'anno scolastico 2007/2008 si contano 200mila studenti senza cittadinanza italiana, ma nati in Italia. Cresce, su un altro fronte, il numero degli immigrati in carcere: a metà 2009 su 63.981 detenuti 23.696 sono stranieri, mentre a fine dicembre 2008 gli stranieri erano 21.562 (su 58.127). Secondo l'Ismu, la criminalità aumenta nelle realtà territoriali dove gli immigrati hanno bassi redditi e vengono impiegati come manodopera non qualificata e irregolare.

Qual è il grado d'integrazione della popolazione straniera in Italia? Un'indagine ad hoc (coordinata dalla Fondazione Ismu), che ha coinvolto 12mila immigrati, rivela che le più integrate sono le donne; i coniugati (specie se con italiani) che hanno figli; coloro che hanno un'istruzione elevata e redditi abbastanza alti; quelli che sono in Italia da molto tempo (in buona parte da oltre 15 anni); gli stranieri che vivono con i loro familiari, in autonomia abitativa e che mantengono pochi legami di relazioni e di aiuto economico (rimesse) con il Paese d'origine.

Il gruppo maggiormente integrato è quello proveniente dall'America Latina, con un punteggio medio di 0,54 lungo una scala che varia da 0 (assenza d'integrazione) a 1 (livello massimo), seguito dall'Europa dell'Est (0,51). L'Asia è invece in ultima posizione (0,47). Per quanto riguarda le nazionalità, al primo posto della classifica dei più integrati troviamo i brasiliani (0,57), i dominicani (0,55) e gli albanesi (0,54). Infine la religione: il punteggio più elevato rispetto all'indice d'integrazione è raggiunto dai copti (0,55), seguiti dai cattolici (0,53) e da coloro che non praticano nessuna religione (0,53).

Dal punto di vista economico, la ricerca dimostra come i redditi degli immigrati aumentano col crescere degli anni di presenza in Italia. Inoltre quanto più è stabile lo status giuridico, tanto più agevole è il percorso d'integrazione economica: la maggior parte degli irregolari (31,8%) guadagna tra i 600 e gli 800 euro al mese, mentre chi ha un permesso di lunga durata guadagna tra i 1.000 e 1.200 euro.

Sul piano territoriale, nelle province della Lombardia, Emilia Romagna e Triveneto si registrano i livelli più elevati d'integrazione economica (i corrispondenti valori medi dell'indice sono 0,59 per Ravenna, 0,58 per Trento e Padova, 0,57 per Milano).

Il profilo del meno integrato è invece declinato al maschile. Si tratta di immigrati che hanno minori vincoli familiari, un reddito abbastanza contenuto, un livello d'istruzione relativamente modesto, un'anzianità migratoria bassa e condividono l'abitazione con altri soggetti (parenti o amici).

fonte http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/immigrati-13/rapporto-ismu-09/rapporto-ismu-09.html
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martedì 27 ottobre 2009

Ma chi si ricorda dei poveri?

fonte http://www.romanoprodi.it

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 25 Ottobre 2009

Nel corso dell’ultima generazione la distribuzione del reddito è peggiorata anche all’interno di quasi tutti i Paesi sviluppati del mondo. Le loro economie hanno continuato a progredire ma le differenze di reddito e di ricchezza fra ricchi e poveri sono progressivamente aumentate. Anche le famose classi medie, a cui tutti i programmi politici si rivolgono, hanno ben poco guadagnato. Anzi hanno soprattutto perduto.

Questa tendenza si è manifestata tanto negli Stati Uniti quanto nella maggioranza dei Paesi europei. Anche in Italia la disuguaglianza, che era diminuita fino al 1982, ha avuto poi un forte aumento all’inzio degli anni novanta ed è ancora oggi tra le più elevate di tutti i Paesi dell’Ocse nonostante alcuni non trascurabili trasferimenti di bilancio a favore dei più poveri.

Rileggendo attentamente le analisi degli economisti e, soprattutto, riflettendo sui dati statistici disponibili, si trovano spiegazioni abbastanza convincenti sulle cause di questo generale aumento delle distanze tra ricchi e poveri.

La prima causa è la crescita costante, fino alla recente crisi, del valore dei beni posseduti. Sia dei beni immobili che dei titoli finanziari. È chiaro che se il valore delle case o delle azioni raddoppia cresce anche la differenza fra chi ha e chi non ha.

In secondo luogo la distanza è aumentata per il prevalere di politiche fiscali che hanno abbassato le aliquote delle imposte sui redditi più elevati e sulla ricchezza posseduta. Negli Stati Uniti, nel periodo del dopoguerra, l’aliquota massima è progressivamente passata da oltre il 60% al 36% e quest’esempio è stato seguito da quasi tutti gli altri Paesi del mondo, in una concorrenza volta anche ad evitare la migrazione dei capitali verso i Paesi a più basso livello di imposizione fiscale.

Una terza causa è la drastica riduzione delle imposte di successione che, pur essendo oggetto di frequenti elusioni ed evasioni, avevano in passato avuto l’effetto di riequilibrare la distribuzione della ricchezza nel lungo periodo.

Un quarto fattore riguarda i cambiamenti nel mondo del lavoro. Gli immigrati hanno infatti contribuito a mantenere depresso il salario dei lavoratori, soprattutto di quelli a basso livello di specializzazione. A questo si aggiunge la perdita di potere dei sindacati e il passaggio dei lavoratori da posizioni più protette verso un precariato sempre più diffuso.

Per anni abbiamo sentito predicare le virtù del precariato per accorgerci solo ora di quali siano i suoi vizi.

Tutti questi fattori di cambiamento sono stati giustificati e benedetti da una radicale mutazione di carattere etico e culturale per cui anche le più macroscopiche differenze di reddito non sono più guardate con occhio scandalizzato o negativo. Differenze dell’ordine delle centinaia fra il salario dei massimi dirigenti e dei lavoratori della stessa impresa sono oggi ritenute naturali. Nessuno più si scandalizza delle crescenti disparità.

Come si vede, le forze che spingono verso una sempre più iniqua distribuzione del reddito sono potenti e molto popolari anche presso le categorie che ne vengono svantaggiate nel lungo termine. Basta riflettere sull’appoggio generalizzato alle politiche fiscali che sono state tra le maggiori cause delle crescenti iniquità.

Queste osservazioni ci rendono pessimisti anche riguardo al futuro perché nessun politico, nemmeno tra coloro che si definiscono riformisti, sembra avere la forza di proporre una politica distributiva più giusta senza la quasi certezza di perdere le elezioni. La giustizia distributiva gioca un ruolo di primo piano nelle dichiarazioni generali ma viene relegata in ultima fila quando il programma deve tradursi in decisioni concrete.

È chiaro che sto parlando di un mondo in cui la contraddizione fra giustizia e democrazia è sempre più evidente conducendoci passo passo verso una crisi definitiva dei fondamenti di solidarietà e di convivenza della nostra società. Ed è proprio questa rottura che coloro che si definiscono riformisti debbono con ogni sforzo evitare.

Distinguendo fra demagogia e democrazia, fra i vantaggi di oggi e l’impoverimento futuro, spiegando il ruolo necessario e positivo dello Stato in una società moderna e proponendo con coerenza le azioni da compiere perché le crescenti ingiustizie non distruggano il nostro futuro. Il che significa ritornare anche a spiegare con serenità il vecchio ma ancora attuale concetto della giusta fiscalità. Credo che sia giunta l’ora di ricominciare a parlare di tutte queste cose. Lo credo perché lo sfarinamento della società e l’egoismo personale stanno arrivando al punto di mettere in crisi il funzionamento stesso della nostra convivenza.

Da mesi si dibatte sulle ragioni per cui i partiti riformisti stanno perdendo quasi ovunque le elezioni. E se la spiegazione fosse semplicemente che queste forze hanno perduto il coraggio di essere riformiste?

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martedì 20 ottobre 2009

La burocrazia italiana fa male a tutti

In Italia è difficile dare voce agli immigrati.

Questo fatto che gli immigrati siamìno discriminati politicamente crea un danno enorme all'Italia.
In Italia ci sono tanti cervelloni che sono in Italia e che hanno la preparazione e la motivazione giusta per poter creare inventare e investire sul futuro.
Essi non possono esprimersi al massimo in quanto la burocrazia italiana mette tanti paletti ma bisogna sottolinerare che la burocrazia italiana già mette i bastoni tra le ruote ai giovani italiani i quali sono costretti ad emigrare:Gli immigrati regolari che hanno studiato e che s sono laureati in Italia sono ancora mal messi per quanto riguarda la burocrazia italiana.

Ecco un video delle leggende italiane.


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Lo studio: nel 2050 i figli degli stranieri saranno maggioranza

L'Italia è sempre più cosmopolita. Gli immigrati regolari nel nostro Paese sono circa il 6% della popolazione, le imprese gestite da stranieri crescono di oltre il 10% annuo, gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nel sistema scolastico nazionale rappresentano il 6,4 per cento del totale degli alunni, corrispondenti a 574.133 unità, un bambino su 10 è figlio di immigrati e si stima che nel 2050 gli extracomunitari potrebbero rappresentare dal 17 al 20% della popolazione residente in Italia e se l'aumento percentuale dovesse restare costante, le nascite di bambini stranieri potrebbero addirittura superare quelle made in Italy.

I dati che disegnano questo scenario sono del Centro Artes, specializzato nella diagnosi e nel trattamento della sterilità di coppia, che ha elaborato i dati ufficiali di Istat, Oms (Organizzazione Mondiale della Sanita') e le stime 2007 C.I.A.

Una crescita, quella degli stranieri regolari in Italia, che incuriosisce anche la stampa estera.
Secondo il quotidiano spagnolo ''El Periodico'', ''Gli immigrati sono la chiave dell'economia italiana. Senza gli immigrati l'Italia si bloccherebbe. I regolari rappresentano una forza fiscale di 2,3 milioni di euro all'anno; il 10% di loro lavora nelle costruzioni e senza di loro il settore crollerebbe''.

Anche il tedesco Der Standard pone l'accento sul tema, analizzando la situazione scolastica italiana: ''Piu' di mezzo milione di bambini stranieri frequentano le scuole italiane. Il numero degli stranieri nelle aule italiane negli ultimi 5 anni e' raddoppiato. In tutta Italia gli stranieri rappresentano il 6% degli alunni totali''. A riportare l'attenzione sul tema il caso di Roma, dove nella scuola elementare e materna ''Carlo Pisacane'', l'istituto nel popolare quartiere romano di Tor Pignattara, su 180 alunni 170 sono immigrati.

I bambini stranieri iscritti nelle scuole italiane: solo a Milano, dei 5.495 bambini che quest'anno si sono iscritti alle scuole medie, il 66.42% e' composto da stranieri. Nelle scuole primarie (elementari), dei 9.832 che si sono iscritti quest'anno, gli immigrati invece sono ''solo'' il 40.28%. In Alto Adige, anche per la vicinanza con il confine tedesco, i bambini stranieri sono decuplicati nell'ultimo anno. Gli italiani, inoltre, fanno sempre meno figli. Le piu' recenti statistiche collocano il nostro Paese agli ultimi posti tra i paesi per tasso di fertilita', con un valore per il 2007 pari a 1,29 figli per donna. Il Bilancio demografico nazionale, pero', e' in positivo, un dato reso possibile dall'alto tasso di natalita' dei cittadini stranieri.

E' figlio di immigrati un bambino su 10 (10%), mentre, paradossalmente, gli stranieri rappresentano il 5% della popolazione italiana. Il fenomeno del declino della fertilità è comune a quasi tutti i paesi industrializzati, ma in nessuno di essi ha avuto un'evoluzione così marcata come in Italia. Il tasso di fertilità nei 15 paesi dell'Unione Europea fra il 1960 e il 2007 è sceso da 2,59 a 1,50 figli per donna, mentre in Italia si è quasi dimezzato (dal 2,41 all'1,29). L'aumento demografico, invece, cresce grazie ai cittadini stranieri.

Dato riscontrato anche dal portale giornalistico tedesco ''Suite101'': ''Le donne italiane fanno nascere sempre meno bambini, il tasso di natalita' resta comunque in aumento per la presenza di madri straniere, dato che se per dieci neonati italiani uno soltanto e' figlio di immigrati, questi ultimi rappresentano il 6% della popolazione''. ''Il calo delle nascite in Italia è un dato evidente - ha spiegato Alessandro Di Gregorio, Direttore del Centro Artes di Torino - Complice anche un'evoluzione della società che ha spostato in avanti, circa 35 anni, l'età media delle donne che scelgono di diventare madri. Le difficoltà a rimanere incinta, quindi, aumentano e l'introduzione della Legge 40 non ha migliorato la situazione. In soli 4 anni, dall'entrata in vigore della Legge, le nascite sono diminuite del 2,78%''.

I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2008 sono 3.432.651; rispetto al 1° gennaio 2007 sono aumentati di 493.729 unita' (+16,8%). Si tratta dell'incremento più elevato mai registrato nel corso della storia dell'immigrazione nel nostro Paese. La popolazione italiana, a gennaio del 2008 è pari a 59.619.290 persone (Dati Istat). Gli immigrati regolari in Italia sono quindi quasi il 6% della popolazione. Secondo i dati di Unioncamere, inoltre, negli ultimi cinque anni le imprese individuali gestite e controllate da immigrati sono piu' che raddoppiate, passando da circa 100mila nel 2001 a quasi 230mila nel 2006, con un tasso di crescita sempre superiore al 10% e che ha toccato il 24% nel 2001 e il 13% nel 2006. Le imprese italiane sono crescite nel corso del 2008 di solo 36mila unita', un incremento di appena lo 0,6% rispetto all'anno precedente e dovuto soprattutto agli imprenditori immigrati, cresciuti lo scorso anno di 15mila unità.

Inoltre, il ritmo di crescita medio annuale degli stranieri, secondo le stime dei ricercatori della Caritas-Migrantes, e' pari a circa 325 mila unità, il che porta ad ipotizzare più che un raddoppio della popolazione immigrata da qui a 10 anni. Tenuto conto che la velocità di crescita della popolazione straniera non sembra tendere a diminuire, la Caritas-Migrantes stima che nel 2050 gli extracomunitari rappresenteranno dal 17 al 20% della popolazione residente in Italia. Dati ancora più rilevanti se si pensa che l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale della popolazione italiana è passata da poco più di 9mila nel 1995 a più di 57mila del 2007, in termini percentuali, dall'1,7% al 11,4%. E', insomma, figlio di immigrati 1 bebè su 10.

''Il calo della fertilità italiana è un dato preoccupante - continua il dott. Di Gregorio - per questo motivo, insieme a molti altri ginecologi che condividono il mio pensiero, chiedo al nuovo Governo di intervenire in maniera chiara e decisiva una volta per tutte sulla Legge 40, che blocca di fatto lo sviluppo della medicina ed impedisce alle coppie che trovano difficoltà nel concepimento di sognare, di sperare ancora. Una legge che ci riporta al Medioevo''. http://www.stranieriinitalia.it/
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Immigrati in corteo chiedono più corsi di italiano

fonte : http://www.ilreporter.it

Extracomunitari in corteo questa mattina a Carrara per chiedere più corsi di lingua italiana. Il corteo pacifico e' stato organizzato dall' associazione 'Culture Migranti', che promuove corsi gratuiti di alfabetizzazione per stranieri.

Un centinaio di extracomunitari hanno sfilato questa mattina, 20 ottobre, per le strade di Massa Carrara chiedendo più corsi di lingua italiana.

Il corteo pacifico e' stato organizzato dall' associazione 'Culture Migranti', che promuove corsi gratuiti di alfabetizzazione per stranieri.

''Quest'anno - spiega il presidente dell'associazione, Ahmadou Bamba - non riusciamo a soddisfare le circa 150 richieste che ci sono arrivate''.
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La proposta Voto agli immigrati se residenti da cinque anni

fonte : http://www.ilgiornale.it/

Gli immigrati potranno ottenere il diritto di voto per le elezioni amministrative se regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni. Questa è la proposta contenuta nel progetto di legge depositato ieri alla Camera. I firmatari del documento sono alcuni deputati dei principali schieramenti politici di maggioranza e opposizione: Walter Veltroni (Pd), Flavia Perina (Pdl), Roberto Rao (Udc), Leoluca Orlando (Idv), Salvatore Vassallo (Pd). Non aderiscono alla proposta esponenti della Lega Nord.

e voi che ne pensate ?
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domenica 11 ottobre 2009

Le truffe sui clandestini

Le Iene scoprono le truffe sui clandestini.
Italiani che chiedevano fino a 6 mila euro per offrire una regolarizzazione come colf o badante/i.
Infatti grazie alle iene l'Italia è venuto a conoscenza di questa gravissima situazione la quale dimostra la situazione degli immigrati irregolari che sono stati messi con le spalle al muro e che essi sono costretti a tutto pur di avere un permesso di soggiorno che permetta di trovare un lavoro onesto e dignitoso.ma soprattutto di sentirsi liberi e non sentirsi perseguitai e infelici perchè potrebbero trasmettere l'infelicità a tutti e magari anche ai ministri che approvano le leggi.
Insomma insegnarli a rispettare le regole ma prima di tutto farli sentire uomini partecipi e darli la possibilità di realizzare i propri sogni

Guardate il video e potrete commentare la vostra impressione nei commenti

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Cittadinanza italiana :le procedure

Cittadinanza: così il versamento da 200 euro

Tra le leggi aprovate e definitive dall'inizio di settembre per quanto riguarda la legge sulla sicurezza c’è anche un nuovo contributo di 200 euro a carico di chi chiede la cittadinanza italiana.

Per il pagamento è stato attivato un conto corrente postale (n. 809020) intestato a “Ministero dell’Interno DLCI – cittadinanza”. Poste italiane sta distribuendo a tutte le Prefetture i bollettini prestampati per il versamento, che saranno inoltre disponibili negli uffici postali dotati di Sportello Amico, gli stessi presso i quali si può presentare la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno.

Il contributo va pagato anche da chi presenta la domanda nel suo Paese d’Origine, attraverso bonifici esteri o utilizzando il circuito europeo delle organizzazioni postali. In questo caso, conviene chiedere i dettagli per il versamento al consolato italiano.

per saperne di più http://www.interno.it/mininterno
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domenica 4 ottobre 2009

Cittadinanza, "D'accordo con Fini"

La Russa: "Discutere la riforma"

Via libera dal ministro della Difesa Ignazio La Russa al presidente della Camera Gianfranco Fini sulla riforma della legge sulla cittadinanza. "Sono assolutamente d'accordo con Fini sul fatto che il tema debba essere affrontato nelle sedi di partito - ha detto La Russa durante la festa del Pdl a Milano -. Sono in più assolutamente d'accordo con Fini sulla necessità di riformare la legge sulla cittadinanza".

"Penso", ha aggiunto, "alla 'generazione Balotelli', ai ragazzi e ai bambini che hanno già compiuto un ciclo scolastico, e che hanno diritto, se amano l'Italia di essere italiani". Ieri, Fini aveva espresso l'auspicio che si potesse acquisire la cittadinanza italiana non solo in base alla burocrazia, ma anche considerando l'amore per il nostro Paese e dimostrando, fra l'altro, di conoscere la lingua e la storia italiana

A fronte di un "percorso agevolatissimo" per i giovani nati in Italia e che hanno compiuto un ciclo scolastico, La Russa immagina tempi certi per gli adulti che vogliano la cittadinanza. "Per i grandi mi basterebbe che dopo i 10 anni uno divenisse italiano se lo merita e se ha superato la prova di italiano e di amore per la nostra soria", ha detto il ministro della Difesa, "oggi come oggi ce ne vogliono anche 40 anni per diventare italiani".


fonte : http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo461420.shtml
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giovedì 1 ottobre 2009

“Stangate” in arrivo per i regolari

Permesso a punti, tassa di soggiorno, test di lingua italiana. Ecco cosa cambia per chi ha il permesso

Roma, 8 agosto 2009 - La nuova legge sulla sicurezza, in vigore da oggi, colpisce soprattutto chi è senza permesso di soggiorno, ma rende più difficile (e costosa) anche la vita degli immigrati regolari.

Quanti chiedono il permesso di soggiorno dovranno sottoscrivere un “accordo di integrazione” che li impegna a rispettare la Costituzione italiana e a partecipare alla vita economica, sociale e culturale italiana. Ognuno avrà un punteggio, che diminuirà se si comporta male (le regole da rispettare non sono state ancora decise): chi esaurisce i punti, perderà il permesso e verrà espulso.

Chi chiede o rinnova il permesso di soggiorno dovrà pagare, oltre ai 70 euro che già versa oggi, una nuova tassa. L’importo preciso sarà fissato dai ministri dell’Economia e dell’Interno, ma dovrà essere compreso tra un minimo di 80 e un massimo di 200 euro. Sarà esentato solo chi chiede un permesso per asilo, per protezione sussidiaria o per motivi umanitari.

Che fine faranno tutti questi soldi? Per metà andranno a finanziare il Fondo statale per i rimpatri dei clandestini, e poco importa che questi non hanno nulla a che fare con gli immigrati regolari. Il resto andrà al ministero dell’interno, e la speranza è che serva almeno a migliorare l’efficienza della macchina burocratica che gestisce il rilascio e il rinnovo dei permessi.

Dovrà aprire ulteriormente il portafoglio chi chiede la cittadinanza italiana, che con la nuova legge dovrà versare un contributo di 200 euro. Ci vorrà anche più tempo per conquistare la cittadinanza dopo aver sposato un italiano o un’italiana: la domanda potrà essere presentata due anni dopo il matrimonio (tre per i residenti all’estero), e non come ora dopo appena sei mesi, ma i tempi di dimezzeranno se ci sono figli.

Diventerà anche più difficile chiedere la carta di soggiorno o, come si chiama ora, “il permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo”. La nuova legge prevede infatti un test obbligatorio di conoscenza della lingua italiana, anche se ancora non si sa quanto bisognerà essere bravi, perchè saranno i ministeri dell’Interno e dell’Istruzione a definire i dettagli della prova.

Alcune novità, come ad esempio la tassa sui permessi o il test per la carta di soggiorno, dovranno essere regolamentate da altri decreti e quindi i tempi si allungheranno ulteriormente.

Elvio Pasca

fonte : http://www.stranieriinitalia.it/
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Badanti, le domande si fermano a quota 275mila. Se ne attendevano il doppio. Maroni: "Ok"

Per la regolarizzazione di colf e badanti le domande si fermano a quota 275mila. Per tutti è un flop, ma il ministro Maroni assicura che non lo è e che non ci saranno proroghe. La realtà è che si attendevano almeno il doppio delle domande. Negli ultimi giorni c'è stata un'impennata di richieste di regolarizzazione ma il risultato è in ogni caso distante dalle attese dello stesso ministero dell'Interno. La maggior parte delle richieste riguardano ucraini, marocchini, moldavi. E si sono concentrate nelle grandi città, Milano e Roma, Napoli.

Il ministro dell'Interno Maroni ha confermato che non ci sarà alcuna proroga del termine per la regolarizzazione e ovviamente nega che sia un insuccesso per il governo. «Si sono fatte stime a casaccio, chi ha parlato di 500mila, 700mila, o un milione di domande, ma la norma è stata fatta per fare emergere il lavoro nero di colf e badanti e basarsi sulle stime fatte per dire che è stato un flop è sbagliato - ha detto alla trasmissione Mattino 5 -. Noi registriamo i dati e questo è quanto è emerso. Chi non ha usufruito della norma per la regolarizzazione, ha deciso di continuare nel lavoro irregolare e sarà soggetto a sanzioni previste dalla legge».

A parlare di fallimento sono state le opposizioni. Di flop ha parlato il segretario del Prc Paolo Ferrero.

L'Adoc (Associazione per la difesa e orientamento consumatori) definisce «insufficiente» il numero di richieste di regolarizzazione arrivate al Viminale e chiede quindi di prorogare i tempi della sanatoria. Un'altra associazione, la Dhuumcatu che si batte per i diritti degli immigrati, ha presentato al Tar la richiesta di annullamento del provvedimento dato che stabilisce la procedura telematica come modalità esclusiva per la regolarizzazione di colf e badanti.
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30 settembre 2009

fonte http://www.unita.it/news/italia/
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Schiaffi e insulti a donna di colore

di Mariagrazia Gerina

Le due ragazzine che gridano alla mamma: «Brutta negra puttana». Le urla, gli schiaffi, la gente che si ferma a guardare. «Mia figlia non doveva vedere una scena così», ripete Doris, nigeriana, ancora sconvolta. Tor Bella Monaca, periferia di Roma, «un far west senza regole», una «polveriera».

È lì che abitano Doris, 31 anni, e sua figlia di 5. Ieri, stavano andando a scuola, con l’autobus «059», quando a bordo sono salite due ragazzine con la sigaretta accesa. «Non fumare, mia figlia ha il raffreddore, gli ho detto - racconta Doris -, ma quelle cominciano a insultarmi». E quando Doris scende, le ragazzine scendono con lei. «Una mi viene addosso, mi dà uno schiaffo e poi calci, i poliziotti hanno visto tutto».

La volante di turno passava di lì. «Mi hanno chiesto i documenti e hanno detto che dovevo pagare 3mila euro di multa, ma perché?», racconta Doris, che disperata, va prima all’ambulatorio per i migranti, che è vicino, e poi al commissariato Casilino. Lì le dicono che no, non ci può essere nessuna multa da pagare. «Magari quei poliziotti avevano detto per scherzo, mi hanno risposto», dice Doris. Con lei c’è un’amica, Maria Edima, brasiliana. Ha visto la scena dalla finestra, era con lei al commissariato: «Volevano scoraggiarla».

«Gli agenti sono intervenuti per dividerle, hanno preso i nomi delle ragazze, una italiana di 14 anni e una ucraina di 15, e della donna, le hanno chiesto se voleva sporgere denuncia e basta, al commissariato le abbiamo detto che la storia della multa era una incomprensione e le abbiamo chiesto se voleva sporgere denuncia», dice invece la dirigente del commissariato Casilino, Agnese Cedrone. E spiega che la polizia non può fare di più: «Per noi si tratta di una lite per futili motivi».

«Ma io vorrei solo che parlassero con i genitori», insiste Doris. «Ragazzine così, aggressioni, vittime che hanno paura a denunciare ne vediamo tante», spiega la responsabile dell’ambulatorio Lucia Ercoli: «A quelle due ragazzine, in questo paese a furia di prendersela con gli immigrati, è stato fatto capire benissimo che potevano comportarsi così».

28 settembre 2009

http://www.unita.it/news/italia/88972/schiaffi_e_insulti_a_donna_di_colore
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Comici inglesi su Berlusconi

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Ho sognato che tutti gli stranieri in Italia erano spariti

Stanotte ho sognato che tutti, ma proprio tutti gli extracomunitari residenti in Italia, regolari e clandestini, erano spariti.
Volatilizzati.
Mi ero svegliato per via del gran silenzio. Il cantiere sotto casa mia era fermo. Nessun martello pneumatico, nessun sibilo di flessibile. Mi son vestito, sono sceso a vedere. C'era il geometra, un ragazzetto napoletano, in lacrime: '' Nun'è venuto nisciuno, dotto'. Qua perdiamo 'na marea di soldi!''. E' uscita la signora del piano di sopra, proprietaria di mezza palazzina. L'avvocatessa cubana e i due studenti serbi, scomparsi, ripartiti senza aver pagato l'affitto. Meno male che si era fatta anticipare tre mesi di caparra.
M'infilo dentro al bar. Niente caffè: il pony express congolese non lo aveva portato.''Vi faccio un'acqua tonica, dotto''' '' No, grazie'', preferisco fare quattro passi; per strada quasi tutti vecchi. Ifilippini che li accudivano erano partiti, e quelli avevano fatto come nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo: evasi in massa, ciondolavano per le strade senza guida, senza ragione. Qualcuno si è ricordato di andare a prendere la pensione. Ma allo sportello delle poste c'era la ressa più totale: l'Inps non pagava.
Erano improvvisamente venuti a mancare tremila miliardi di contributi. Così avevano deciso di trattenere le pensioni fino a data da destinarsi.
A quel punto ho comprato i giornali. "La Repubblica" titolava: scomparsi gli stranieri, il Nord trema. "Libero", invece: strade pulite. "La Gazzetta Del Mezzogiorno" diceva che la pesca a Mazara del Vallo era finita. Tutta la città vecchia disabitata, e la scuola araba aveva chiuso. Nel salernitano fallite tutte le fabbriche di pomodori pelati e salsa. Il raccolto perduto. Le pizzerie, chiuse. I pizzaioli egiziani avevano fatto fagotto.
Sono andato in trattoria, cominciavo ad avere fame. Ho chiesto un'amatriciana, ma il cameriere mi ha fatto:<>. Dopo un'ora e un quarto mi porta due bucatini in bianco. ''Vuole il parmigiano'' ''Eccerto'' gli faccio,''almeno quello.'' ''Guardi che anche il prezzo del parmigiano e quadruplicato, come del resto quello dei prosciutti e di tutti i prodotti di quella zona. Gli indiani sikh sono scomparsi, e nessuno, mi creda, si prendeva cura delle vacche come facevano loro. Sa, per loro sono sacre...''
Ho pagato e sono tornato a casa. Alla Tv hanno detto che il campionato italiano di calcio era sospeso. Ze Maria, Zebina e decine di giocatori fortissimi si erano dileguati. Sensi era perfino dimagrito. Le partite scadute di qualità, gli sponsor tutti ritirati. I diritti televisivi non erano stati pagati e la federazione aveva deciso di sospendere il campionato di serie A. Tifosi inferociti. Su "Il Tempo" troneggiava un titolo: Però adesso avremo una grande Nazionale di calcio. Scarico la posta e trovo dieci E-mail di insegnanti di ruolo messi in mobilità: ottantamila alunni delle elementari erano svaniti nel nulla, mettendo in pericolo migliaia di insegnanti...Impiegati d'ufficio immersi in doppi e tripli lavori, cantieri edili chiusi per il novanta per cento, cinquecentoquarantamila posti di lavoro perduti, la quasi totalità delle fabbriche metalmeccaniche costretta alla chiusura...
Ma le strade... Le strade ,ragazzi, che spettacolo. Niente capannelli pericolosi, niente copertoni bruciati, niente prostitute, spacciatori, criminali, scippatori. C'erano solo gli skinheads con le camicie verdi di ronda. Tutto regolare. Ogni tanto qualche anziano gli gridava contro, gli mostrava il braccio sinistro marchiato, ma finiva lì. Sì, ho intravisto anche qualche tossico e qualche barbone, qualche scippatore e qualche criminale, ma erano italiani Doc.
La ronda puliva la strada molto velocemente. Così sono entrato in chiesa. una delle duecento chiese senza più parroco. Ho chiesto a Dio di farmi svegliare. per la prima volta nella mia vita, mi ha esaudito. Mi sono svegliato nel mio letto, con il rumore e le grida degli operai, la vita per le strade, l'incredibile miracolo di nove milioni di pensionati, nel Paese più straordinariamente multiculturale del mondo.
Il paese dove la pizza la fanno gli egiziani, la mozzarella gli albanesi, il prosciutto e il parmigiano gli indiani e le acciughe le pescano i libici.
Grazie, fratello di un altro Paese.
Non andartene mai, per carità.
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lunedì 20 luglio 2009

Rotte africane dei migranti

Con la locuzione rotte dei migranti vengono indicati i percorsi abituali attraversati da chi emigra.

La maggior parte dell'emigrazione africana è interna al continente. Ovvero dalle zone rurali alle aree urbane, oppure da uno stato all'altro. Mete dell'immigrazione africana sono soprattutto il Sudafrica e i Paesi del Maghreb, in particolare la Libia, che conta da sola circa due milioni di immigrati. Alto anche il numero di rifugiati e sfollati interni, oltre due milioni, secondo i dati dell'Alto commissariato dei rifugiati dell'Onu. La maggior parte sono i profughi della regione dei grandi laghi e del corno d'Africa. Vivono nei campi profughi in Congo, Sudan, Uganda, Somalia, e in misura minore in Costa d'Avorio, Chad, Kenya, Etiopia e Sudafrica. Una parte consistente dell'esodo somalo si concentra poi sullo Yemen, sulle cui coste nel 2007 sono approdate circa 30.000 persone in fuga dalla guerra. Una piccola parte degli emigranti economici e dei richiedenti asilo politico africani, ha come meta l'Europa. Gli immigrati dell'africa sub-sahariana nell'Ue erano, secondo un rapporto Iom del 2008, 800.000 persone. Secondo lo stesso rapporto la maggior parte degli emigranti dell'Africa sub-sahariana raggiungono l'Europa legalmente, con un visto turistico che poi lasciano scadere. Secondo statistiche accertate dall'Iom, ogni anno la popolazione sub-sahariana immigrata in Europa aumenta di circa 100.000 unità. Mentre il numero dei cittadini dell'africa sub-sahariana che attraversano clandestinamente il Mediterraneo può essere stimato, secondo l'Iom, tra i 5.000 e i 25.000 all'anno. Lo stesso rapporto svela come sia maggiore il numero degli immigrati sub-sahariani residenti nei paesi del Maghreb che non in Europa. Dei circa 120,000 emigranti sub-sahariani che entrano nei Paesi del nord Africa ogni anno, si stima che soltanto tra l'8 e il 20% continuerà il viaggio verso l'Europa in maniera clandestina. Le rotte per attraversare il Mediterraneo sono principalmente cinque. Dalla costa atlantica africana verso l'arcipelago spagnolo delle isole Canarie. Da Marocco e Algeria verso la costa spagnola dell'Andalusia e delle isole Baleari oppure verso le due enclaves spagnole di Ceuta e Melilla. Dall'Algeria alla Sardegna. Dalla Tunisia, la Libia e l'Egitto verso la Sicilia, Malta e le isole di Lampedusa e Pantelleria. E infine dalla Turchia verso la Grecia. In alcuni casi poi gli emigranti africani utilizzano la rotta dell'est europeo: atterrano con un visto turistico in Ucraina e proseguono verso Slovacchia e Polonia alla volta dell'Ue. Per raggiungere il Mediterraneo esistono diverse rotte. Nella maggior parte dei casi, viaggiando senza visto, si è costretti ad attraversare il deserto del Sahara. Dall'Africa occidentale e centrale lo si fa attraversando il Mali verso l'Algeria, oppure il Niger verso la Libia. Dal Corno d'Africa la rotta è quella che va dal Sudan verso la Libia o l'Egitto. E dall'Egitto parte la rotta verso Israele, paese nel quale circa 10.000 richiedenti asilo, in maggioranza eritrei e sudanesi, hanno fatto ingresso dalla frontiera egiziana del Sinai tra il 2006 e il 2007.

L’Unione europea ha coinvolto i Paesi del Nordafrica nelle sue politiche di contrasto all'immigrazione che attraversa il Mediterraneo, inducendo così i governi locali a politiche di repressione e di ‘rimpatrio’ forzato dei migranti che, in assenza di accordi di riammissione, vengono perlopiù ricondotti e abbandonati nei pressi delle zone sud di confine con i paesi limitrofi (Rosso, al confine mauritano con il Senegal; Oujda, al confine marocchino con l’Algeria; Tinzouatine e In Guezzam al confine algerino con il Mali e il Niger, Kufrah e Tumu, al confine libico con il Sudan e il Niger.

Nel 2007, le politiche europee di esternalizzazione dei pattugliamenti marittimi, particolarmente riuscite in Mauritania, Senegal e Marocco, hanno ridotto i flussi migratori verso la Spagna, seppure a costo di molteplici violazioni dei diritti umani. Allo stesso tempo però sono aumentati i flussi nel Mediterraneo centrale e orientale, verso l'Italia e la Grecia.

Attraversare le diverse frontiere dell’Africa e i loro complessi apparati di sicurezza e di criminalità, o di corruzione, è per molti migranti subsahariani un’odissea umana di cui si hanno spesso poche tracce e testimonianze. Il viaggio comporta un grandissimo costo in termini economici (migliaia di euro, in aree nelle quali il reddito procapite è per gran parte della popolazione inferiore ad 1 euro al giorno) ed in termini di rischio per la vita stessa. Altissimo è infatti il numero delle vittime nelle traversate dei deserti, del mare o durante altre tappe del viaggio. Oltre 12.000 sarebbero i morti alle frontiere dell'Ue dal 1988, secondo le notizie riportate dalla stampa internazionale[8]. Alcuni studiosi danno un'interpretazione dell'emigrazione africana da un punto di vista culturale-simbolico, sostenendo che nell'Africa sub-sahariana il viaggio sia spesso vissuto come una variante, o un'alternativa, dei riti di iniziazione tradizionali.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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La legge Bossi Fini

La Legge Bossi Fini è l'espressione d'uso comune che indica la legge della Repubblica italiana 30 luglio 2002, n.189, varata dal Parlamento italiano nel corso della XIV Legislatura, di modifica del Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, ovvero il D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286. La legge prende il nome dal leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, e da quello della Lega Nord, Umberto Bossi, primi firmatari della legge, che nel governo Berlusconi II ricoprivano, rispettivamente, le cariche di vicepresidente del Consiglio dei ministri e di ministro per le Riforme istituzionali e la Devoluzione, per regolamentare le politiche sull'immigrazione e sostituisce ed integra la precedente modifica, la c.d.Legge Turco-Napolitano, ovvero la legge 6 marzo 1998, n. 40, confluita poi nel predetto Testo Unico.

Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati.

La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno, della residenza e cittadinanza italiana alle persone che dimostrino di avere un lavoro o un reddito sufficienti per il loro mantenimento economico. A questa regola generale si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo.

La norma ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina. Le navi di clandestini non attraccano sul suolo italiano, l'identificazione degli aventi diritto all'asilo politico e a prestazioni di cure mediche e assistenza avvengono nei mezzi delle forze di polizia in mare.
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Accordi tra Italia e Libia

Accordi Italia-Libia
Per il contrasto dell'immigrazione africana nel Canale di Sicilia, il governo italiano ha siglato diversi accordi con la Libia. Il primo nel 2003, firmato dal governo Berlusconi, prevedeva l'invio in Libia di mezzi per il pattugliamento e fondi per la costruzione di due campi di detenzione a Kufrah e Gharyan. Un secondo accordo è stato firmato il 29 dicembre 2007 dal governo Prodi prevedendo l'avvio di pattugliamenti italo-libici da effettarsi in acque libiche con l'obiettivo di respingere verso i porti di partenza i migranti intercettati in mare. Contro il respingimento in Libia di potenziali rifugiati politici si è espressa anche Amnesty International. La Libia non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Diversi rapporti internazionali inoltre denunciano abusi e torture commessi dalla polizia libica ai danni dei migranti nei campi di detenzione sparsi nel paese. Una mappa dei campi è stata realizzata da Fortress Europe.
Di recente sono stati fatti accordi i quali dovrebbero fermare del tutto l'immigrazione e che gli immigrati possono essere portati in Libia in un paese dove gli immigrati non possono avere la certezza sulle cure e sulle condizioni fisiche.
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Rotte dei migranti africani nel Mediterraneo

Sin dall'inizio degli anni novanta il Mediterraneo è attraversato da diverse rotte migratorie, i cui flussi sono aumentati di pari passo con la chiusura delle frontiere degli Stati europei attraverso l'instaurazione di un regime di visti di ingresso particolarmente restrittivo verso i Paesi poveri. Il mare viene attraversato su imbarcazioni di fortuna, spesso vecchi pescherecci, barche in vetroresina o gommoni di tipo Zodiac. I principali punti d'ingresso sono le coste spagnole, italiane e greche. Mediamente, in un anno, non più di 60.000 persone attraversano il Mediterraneo. Secondo l'Unhcr, i flussi sono misti, composti cioè di migranti economici e rifugiati politici.

Le rotte principali sono una decina. La più antica, collega la costa del Marocco alla Spagna, attraverso lo stretto di Gibilterra, e si è andata dilatando negli anni, al punto che oggi molte imbarcazioni partono direttamente dalla costa oranese dell'Algeria, sempre verso l'Andalusia e talora verso le isole Baleari. La Spagna ha una seconda rotta, quella che parte dalla costa atlantica africana (Marocco, Sahara occidentale, Mauritania, Senegal, Gambia e Guinea) fino all'arcipelago delle isole Canarie. Nel Mediterraneo centrale le rotte sono quattro. La più battuta parte dalle coste occidentali libiche, tra Tripoli e Zuwarah, puntando verso Lampedusa, la Sicilia e Malta. Parallele a questa, altre due rotte collegano il litorale tunisino tra Sousse e Monastir a Lampedusa, e la costa nord tra Biserta e Capo Bon a Pantelleria. Dall'Egitto invece partono alcuni dei pescherecci che giungono nella Sicilia orientale e in Calabria. Infine, a partire dal 2006, una nuova rotta collega Algeria e Sardegna, partendo dalla costa nei pressi della città di Annaba. In passato invece era Malta a costituire un importante punto di passaggio. Migliaia di migranti ogni anno atterravano sull'isola con un visto turistico e da lì venivano imbarcati clandestinamente verso le coste siciliane. Nel Mediterraneo orientale in fine, le rotte marittime collegano la costa della Turchia alle vicine isole greche del Mar Egeo, in particolare Samos, Mitilini, Chios, e Farmokonissi. Sull'isola greca di Creta invece arrivano, in misura minore, imbarcazioni salpate dalla costa egiziana. Alla fine degli anni novanta e inizio Duemila, migliaia di profughi kurdi salpavano direttamente dalle coste turche verso la Calabria. Una rotta che ancora nel 2007 ha portato un migliaio di persone sulle coste della Locride. Sulla rotta che negli anni novanta collegava l'Albania alla Puglia invece, non hanno mai viaggiato migranti africani.

I flussi migratori nel Mediterraneo valgono un giro d'affari di centinaia di milioni di euro l'anno. Il prezzo dei viaggi varia da frontiera a frontiera, ma si aggira tra i 500 e i 2.000 dollari. Sebbene esistano viaggi autoorganizzati dagli stessi migranti, la maggior parte delle partenze è controllata da alcune organizzazioni, ognuna delle quali si occupa del passaggio di una frontiera. Ogni nazionalità ha i suoi connection man, che mettono in contatto il candidato all'emigrazione clandestina con il passeur e con la rete di persone che lo ospiterà e lo trasporterà al luogo di imbarco. Sconti particolari vengono fatti a chi si offre volontario per guidare le imbarcazioni, che per questo sono spesso affidate a capitani senza nessuna esperienza di mare. Anche per questo aumentano le vittime. Secondo Fortress Europe, almeno 8.905 persone sarebbero annegate sulle rotte migratorie del Mediterraneo e dell'Atlantico dal 1988, stando alle sole notizie riportate dalla stampa[2]. Le vittime in mare sono aumentate anche per l'evolversi delle rotte, che negli ultimi anni sono diventate più lunghe e pericolose, al fine di evitare gli intensificati pattugliamenti anti immigrazione, dal 2006 coordinati dall'agenzia europea Frontex ed esternalizzati nelle acque territoriali di alcuni Paesi di transito, come Turchia, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Mauritania e Senegal.

Parallelamente al contrasto della migrazione via mare, si è assistito alla criminalizzazione del soccorso in mare. In particolare con i processi ad Agrigento alla Cap Anamur e ai pescatori tunisini, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver soccorso dei naufraghi africani in mare e averli tratti in salvo in porti italiani.
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L'immigrazione clandestina

L'immigrazione clandestina è l'ingresso di cittadini stranieri in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.

Gli immigrati sono mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori perché spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili. L'immigrazione clandestina, così come quella regolare, è un fenomeno di cui sono oggetto generalmente i Paesi più ricchi. Si tratta spesso di flussi misti nell’ambito dei quali si spostano sia migranti che rifugiati, seguendo rotte e modalità di trasporto simili. Tali spostamenti vengono definiti irregolari poiché spesso avvengono senza la necessaria documentazione e di frequente coinvolgono trafficanti di esseri umani. Le persone che si muovono in questa maniera spesso mettono a rischio la propria vita, sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane e possono essere oggetto di sfruttamento ed abuso.

Da un punto di vista politico l'immigrazione clandestina va a toccare una serie di grandi questioni sociali quali: l'economia, il welfare state, l'istruzione, l'assistenza sanitaria, la schiavitù, la prostituzione, le protezioni giuridiche, il diritti di voto, i servizi pubblici, e i diritti umani.
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Il fenomeno Immigrazione

L'immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), i problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza degli immigrati

Il fenomeno dell'immigrazione è un tema associato a quello dell'aumento della delinquenza e della criminalità, in particolare per le persone che non dispongono di un'occupazione o di un reddito stabile. Per quanto riguarda l'Italia, tuttavia, delle ricerche econometriche hanno dimostrato che non c'è alcun nesso causale fra l'immigrazione e la criminalità; i due fenomeni sono entrambi attratti dalla ricchezza, e quindi possono intensificarsi contemporaneamente nelle zone ricche, senza però che l'una causi o favorisca l'altra.

Le legislazioni dei Paesi UE pongono l'autonomia economica dell'immigrato come una condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza. L'immigrato viene espulso se non dimostra di avere un lavoro regolare o qualcuno che possa dargli un sostentamento economico.

Una prima eccezione a questo principio riguarda quanti sono vittime di persecuzioni politiche o religiose, provengono da dittature e Paesi in guerra. Il diritto internazionale prevede che in questi casi sia riconosciuto il diritto di asilo. La norma si presta anche a degli abusi, essendo difficile provare la nazionalità di un clandestino che chiede asilo politico, e se questi ne ha effettivamente diritto.

L'immigrazione può contribuire a risolvere un problema di sovrappopolazione nel Paese di origine e quelli ad esso legati di fame, epidemie e povertà. A livello politico, i Paesi di origine e di destinazione possono stringere accordi bilaterali che prevedono flussi migratori programmati e controllati, per rispondere a esigenze di manodopera del Paese di destinazione, a problemi di sovrappopolazione del Paese di origine, compensati da altri aspetti come uno scambio di materie prime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevedere la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di prodotti finiti ed investimenti nell'industria e in infrastrutture nel Paese fornitore.

Il Parlamento europeo, ha approvato, il 20 novembre 2008,l’introduzione di una carta blu sul modello della green card americana. La carta blu avrà lo scopo di attirare in Europa immigrati qualificati provenienti dai paesi terzi e ciò secondo una tabella standard di qualifiche applicabile discrezionalmente dai singoli Stati membri. Oltre alla carta blu, il Parlamento europeo ha adottato la cosiddetta "direttiva sanzioni" che prevede l'applicazione di multe e di sanzioni penali ai datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari.
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Immigrazione, Berlusconi: rischio pressioni "insostenibili"

Immigrazione, Berlusconi: rischio pressioni "insostenibili"

lunedì 20 luglio 2009 13:50

MILANO (Reuters) - L'Italia rischia di dover affrontare pressioni migratorie "insostenibili", e per evitarlo deve aiutare i Paesi interessati da questo fenomeno a raggiungere una forma di governo democratico e un loro benessere.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo al Forum economico e finanziario per il Mediterraneo a Milano.

Citando un recente rapporto delle Nazioni Unite che prevede un incremento della popolazione mondiale di 2 miliardi tra 15-20 anni, Berlusconi ha aggiunto che "questi due miliardi di persone non nasceranno in Paesi del benessere ma in Paesi che oggi non sono ancora in benessere, e quindi è nostro dovere aiutare questi Paesi a raggiungere una loro situazione di ricchezza, autonomia e benessere".

"E' nel nostro interesse, altrimenti avremo pressioni migratorie assolutamente insostenibili".
fonte http://it.reuters.com
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giovedì 2 luglio 2009

Hamza, morto per salvare la sorellina

Hamza, morto per salvare la sorellina
Hamza, 17 anni, Iman di soli 4: bambini venuti dal Marocco per morire in Italia, a ridosso della ferrovia in fiamme, nella casa che - quando era arrivata grazie all'interessamento dei servizi sociali del Comune - era sembrata un sogno. Tre anni non sono abbastanza per essere sicuri di avercela fatta a «conquistarsi» il proprio posto in un mondo che non è quello da cui provieni. Ma la famiglia Hayad andava avanti, nonostante la cassaintegrazione del padre, Mahmouda, che lavorava nella cantieristica e aveva risentito della crisi che ha sconvolto negli ultimi mesi anche la Darsena viareggina.
La piccola Iman, al momento del ritrovamento nella casa in fiamme, è apparsa subito gravissima. Per lei, all'alba di ieri, il trasferimento a Roma nell'ospedale Bambin Gesù. Ustioni sul 90% del corpo, condizioni che non lasciavano speranze. Nel corso del pomeriggio si sono rincorse le voci della morte, ancora non confermata, della piccola Iman. Sola, in ospedale.
Insieme ai due fratelli anche una sorella più grande, già maggiorenne. A lei il compito straziante di riconoscere, solo da un braccialetto al polso - unico segno non carbonizzato - il fratello. Padre e madre lottano in ospedale, a Massa. Per poter riabbracciare almeno la figlia maggiore. «Tifava Milan e giocava nelle giovanili del Camaiore. Erano tutti in casa, dietro alla stazione, quando è scoppiato il finimondo. Bruciava ogni cosa. Hamza ha girato per la casa in cerca della sua sorellina per trascinarla in salvo. Ma c'era troppo fumo. È svenuto. E mentre gli altri sono riusciti in qualche modo ad uscire, nessuno ha potuto far qualcosa per salvare lui», è il ricordo di un compagno di scuola che con Hamza aveva frequentato il primo anno dell'istituto nautico.
Vita di quartiere, italiani e stranieri stretti nello stesso destino. Ad inizio della strada più vicina alla ferrovia c'è una famiglia viareggina distrutta (i genitori gravissimi, uno dei tre bambini morto); là dove il gas ha girato entrando nelle abitazioni è stata invece una famiglia di immigrati la più colpita.
Viareggio è in lutto, per tre giorni. Attraversata in meno di un giorno da mezzo governo in parata, si interroga sulla tragedia che l'ha colpita così duramente. Quattordici cisterne da 35mila litri di Gpl, lanciati a 90 chilometri l'ora (per le Ferrovie la velocità era regolare) ad un palmo dalle case. Quelle di via Ponchielli, 64 residenti, oggi macerie accartocciate sulle vite che furono.
Una strage che poteva essere di proporzioni ancora più grandi evitata solo perché la stazione di Viareggio ha ancora il capostazione (che Trenitalia vorrebbe abolire come fatto su tutta la linea da La Spezia a Massa). È stato lui a fermare due convogli carichi di passeggeri, evitando che si incrociassero con le cisterne delle morte. Si deve a lui se il bilancio della tragedia non ha assunto le proporzioni della strage. A lui e ai due macchinisti che sono riusciti a portarlo fuori dalla stazione.
fonte http://www.ilmanifesto.it/
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La clandestinità diventa reato

La clandestinità diventa reato
Vaticano: non demonizzare lo straniero
Il ddl sicurezza è legge. Franceschini: danno per il Paese
Maroni: falsità. Bagarre in Aula. Al via anche le ronde

ROMA (2 luglio) - E' diventato legge il ddl Sicurezza che introduce il reato di clandestinità, legalizza le ronde (per le quali Maroni ha assicurato al più presto l'approvazione di decreti attuativi) e allunga a sei mesi il periodo di permanenza coatta nei Centri di identificazione. E' stato approvato in Senato tra le proteste dell'opposizione dalla quale, secondo Maroni, sono state dette «falsità». Idv, Pd e Udc hanno votato contro il provvedimento "blindato" da tre fiducie. E mentre il Vaticano interviene sul tema dell'immigrazione («lo straniero non deve essere demonizzato»), il Pd è chiaro nel suo giudizio: la legge danneggia il Paese. Una legge fortemente voluta dal governo: «da me in particolare» rivendica Silvio Berlusconi.

L'approvazione al Senato. L'Aula ha approvato definitivamente il provvedimento senza modifiche rispetto al testo della Camera. Questa mattina il sì alla terza fiducia posta dal governo. I voti favorevoli sono stati 157, quelli contrari 124 e 3 gli astenuti. Hanno votato a favore PdL, Lega Nord e MpA. Contro si sono espressi Pd, Italia dei Valori e Udc.

Proteste in Aula e reazioni politiche. Mentre i senatori della Lega esultavano e il ministro del'Interno Roberto Maroni si sbracciava per salutarli, quelli dell'Idv hanno alzato cartelli con scritto "I veri clandestini siete voi", "Governo: clandestino del diritto". Soddisfazione da parte del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri che parla di «legge voluta dagli italiani», mentre per la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro il provvedimento «ha la stessa efficacia di un pugno sbattuto sul tavolo» poiché «l'unico effetto che avrà sarà di rendere invisibili gli immigrati sul nostro territorio». Per il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia, il testo «è frutto di paura e suggestioni, che obbedisce alla propaganda politica della Lega piuttosto che alla reale sicurezza dei cittadini».

Franceschini: danno per il Paese. «È il prezzo che il governo paga alla Lega ed è un danno per il Paese. Questo ddl ha per titolo la sicurezza ma in realtà accresce l'insicurezza» commenta Dario Franceschini che critica il mancato aumento di risorse alle forze di polizia. Il reato di clandestinità «è un provvedimento bandiera, dannoso perché rischia di ingolfare il lavoro dei magistrati e di riempire le carceri senza essere un concreto intralcio alla criminalità che controlla e sfrutta l'immigrazione clandestina». In più si tratta di provvedimenti che «anche a giudizio delle organizzazioni internazionali, cominciando dall'Unione Europea, fanno gravare sull'Italia l'ombra della xenofobia e finiscono solo per acuire le paure senza dare risposte ai problemi reali».

Le critiche dell'Udc e dell'Idv. Critiche anche dall'Udc. Secondo Lorenzo Cesa, la nuova legge «apre inquietanti interrogativi sul rispetto dei diritti umani» e, inseguendo la Lega, provoca «strappi nel tessuto sociale». Per l'Idv, si tratta di una legge che «paralizzerà la giustizia» e, con la legalizzazione delle ronde di cittadini, «accrescerà l'insicurezza».

Maroni: da opposizione falsità. Il ministro parla di «polemiche basate su argomenti falsi hanno indotto l'opposizione a votare contro il ddl sicurezza». Chi ha votato contro, dice, «non ha fatto un buon servizio alla lotta alla mafia ed all'immigrazione illegale». Maroni spiega poi che la prossima settimana verranno fatte riunioni per dare il via a decreti attuativi per le ronde.

Il Vaticano: gli stranieri non vanno demonizzati. Fuori dal Palazzo arrivano critiche aspre dal Vaticano, che censura la «criminalizzazione» degli immigrati, e dalle associazioni (dalla Caritas ad Antigone, dal Forum del Terzo Settore a Micromega) che non esitano a parlare di ritorno alle «leggi razziali». Il responsabile vaticano per l'immigrazione, mons. Antonio Maria Vegliò, chiede che non vengano demonizzati o criminalizzati gli stranieri. In un articolo su "Aggiornamenti Sociali", critica chi vede nell'immigrazione «un'invasione dalla quale bisogna difendersi». La sovranità dello Stato di regolare i flussi migratori, spiega Vegliò, non deve far dimenticare che questa sovranità «è vincolata »dalla ratifica dei trattati internazionali e dal rispetto di due principi etici: la tutela della dignità della persona e la convinzione che tutta l'umanità, al di là delle distinzioni etniche, nazionali, culturali e religiose, formi una comunità senza discriminazioni tra i popoli». La diversità quindi deve essere «apprezzata come ricchezza». Il fenomeno migratorio «sta producendo nuove schiavitù nelle società opulente, spesso senza valori».

Tra i temi della legge quello dell'immigrazione. La legge prevede la tassa di 200 euro per avere la cittadinanza e la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione che potrà arrivare fino a sei mesi. Stretta anche sui matrimoni di comodo e sul trasferimento di denaro all'estero. Pena fino a tre anni di carcere è prevista per chi affitta case o locali ai clandestini e per insulti a pubblico ufficiale.

Racket. Obbligo per gli imprenditori di denunciare i tentativi di racket, pena l'esclusione dalle gare d'appalto, che scatta anche quando la richiesta del "pizzo" emerga dalle risultanze di un rinvio a giudizio.

Mafia. Vengono inoltre ripristinati i poteri del procuratore nazionale antimafia e inasprito il "41-bis" sulla detenzione dei boss mafiosi.




fonte : http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=64200&sez=HOME_INITALIA
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martedì 2 giugno 2009

Chiediamo a Berlusconi di facilitare la cittadinanza italiana

"Bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza"

L'Italia continua ad essere l'unica delle grandi nazioni dell'immigrazione internazionale a non aver modificato le norme sulla naturalizzazione ed i requisiti per la concessione della cittadinanza agli stranieri. Problemi che l'Italia non può più permettersi di fare finta di non vedere. Rinviando decisioni dalle quali dipende molto di come e quale sarà la sua futura identità".

Berlusconi avrà il dovere morale di facilitare la vita a tanti nuovi italiani. ?
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venerdì 22 maggio 2009

Lavoro: rischiano gli stranieri

Lavoro: rischiano gli stranieri
Uil, nel 2009 saranno tuttavia 58 mila i nuovi assunti
(ANSA)- ROMA, 19 MAG - Quest'anno circa 142 mila cittadini stranieri, pari al 7,5% dell'intera forza lavoro straniera, sono potenzialmente a rischio lavoro. Lo stima la Uil nello studio ''I cittadini immigrati, la crisi ed il lavoro'', in cui si evidenzia che 38 mila lavoratori stranieri potrebbero perdere, come molti italiani, il posto di lavoro a causa della crisi. Secondo la ricerca, che elabora i dati al primo gennaio 2009, si stima inoltre che nel 2009 saranno quasi 58 mila i lavoratori stranieri assunti.

fonte : http://www.ansa.it/
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mercoledì 13 maggio 2009

L’odio ai migranti nell’interesse della mafia

L’odio ai migranti nell’interesse della mafia

E’ mostruosa la strategia di Berlusconi, che indica come criminali proprio i migranti che sono le vittime delle organizzazioni mafiose associate di qua e di là del mare. Nei vistosi legami di Berlusconi con la mafia, questo scambio delle vittime coi carnefici risulta a maggior ragione cinico e crudele e crea un messaggio menzognero e fuorviante che fa il gioco della Lega e apre una caccia alle streghe di stampo nazista.

Il fascismo in parte oscurò i gruppi mafiosi, ma gli americani, dallo sbarco in Sicilia in poi, usarono proprio la mafia restituendole l’antico potere, mettendola a capo dell’amministrazione siciliane e ottenendo per i maggiori mafiosi siciliani un’amnistia generalizzata.

Ora Berlusconi strumentalizza i disgraziati migranti che arrivano coi barconi presentandoli come una valanga di criminali e tentando di annientare la pietà che si deve ai più infelici della Terra.

Si ripete il grande inganno nazista che demonizzò gli ebrei. La verità è rovesciata. Le vittime devono apparire colpevoli e pericolose agli occhi della gente, attraverso il seme dell’odio sociale.

Nelle parole spietate e menzognere di Berlusconi si crea un grande inganno mediatico che denigra questi poveretti spesso ridotti a schiavi identificandoli proprio con gli schiavisti che li sfruttano, mentre i loro persecutori godono di protezione pubblica.

Roberto Saviano ricorda che le uniche due rivolte nel sud contro la mafia di questi anni si devono proprio agli africani che hanno riempito le strade da soli contro i capibastoni che li trattano come bestie nell’indifferenza delle autorità civili, a Castevolturno, quando la camorra massacra 6 lavoratori africani, tutti giovanissimi, il più vecchio aveva 30 anni, poi a Rosario (RC) dove la camorra fattura coi raccolti agricoli cifre da PIL nazionale. E’ allora che centinaia di neri scendono in strada contro la mafia e chiedono protezione a uno Stato che sembra assente o corrotto anch’esso e che quegli sfruttatori li protegge e tiene liberi, adesso anche con la collusione anche della Lega.

Come nel sistema orwelliano o in quello nazista, Berlusconi rovescia ogni verità, pretende che noi crediamo all’inverosimile e usa l’arma dell’odio dell’uomo contro l’uomo come i peggiori regimi della storia.

Il paradosso massimo è la Lega che, dopo aver iniziato con una campagna contro i meridionali, ora ai mafiosi si associa proprio per una strategia di potere che niente ha più a che fare con la difesa del territorio locale. Se il suo massimo fine col federalismo è fare di ogni regione una similcopia della Sicilia, allora la sua degenerazione ha toccato i gradini più bassi della viltà e del mercimonio del potere.

E ora l’estremo oltraggio alla verità: i migranti presentati come organizzazione mafiosa. La beffa finale: lo scambio delle vittime coi carnefici per istigare l’odio sociale.

Eppure quei migranti che si ribellano chiedendo diritti non lo fanno solo per sé, ma per tutti quei milioni di siciliani e di italiani che hanno venduto la loro dignità accettando la mafia come sistema di governo, che hanno dimenticato che sull’odio sociale e sull’omertà di fronte ai delitti si costruisce la rovina di uno stato, la distruzione di noi tutti.

Dice Saviano che non esiste alcun potere in questo flusso enorme di migranti che non sia prodotto e voluto dalla criminalità nostrana ma attaccare l’ultimo e disgraziato anello di questa catena lasciando indisturbato mandanti e profittatori è peggio che non far nulla, significa ordine un pesante inganno che con l’alibi di difendere un paese lo consegna in realtà nelle mani dei suoi aguzzini.

Saviano: “La mafia ucraina monopolizza il mercato delle badanti e degli operai edili, i nigeriani della prostituzione e della distribuzione della coca, i bulgari dell’eroina, i furti di auto di romeni e moldavi. Ma questi sono una parte minuscola delle loro comunità e sono allevate dalla criminalità italiana. Nessuna di queste organizzazioni vive senza il consenso e l’alleanza delle mafie italiane. Nessuna vivrebbe una sola ora senza l’alleanza con i gruppi italiani."

Avere un atteggiamento di chiusura e criminalizzazione aiuta le organizzazioni mafiose perché si costringe ogni migrante a relazionarsi alle mafie se da loro soltanto dipendono i documenti, le abitazioni, persino gli annunci sui giornali e l’assistenza legale.”

masadaweb.org
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Gli albanesi si danno alla politica

Leggete questo articolo, ma cosa sta succedendo in Italia.
La lega che punta sugli stranieri,infatti una cittadina di origine albanese ,oramai cittadina italiana sarà candidata a consigliera comunale per il Carroccio alle prossime elezioni.
Cos'hanno in Comune il nord'est e l'Albania ?
A dir la verità l'Albania ed nord-est Italia hanno moltissimo in comune.
Molte popolazioni emigrarono dall'Albania già 5 secoli fà e si insediarono nella parte nord'est fuggiti durantel'invasione dei turchi e poi moltissimi albanesi scesero giù nell'Italia Meridionale per stare piu vicino (via aerea) all'Albania.
La domanda è se anche in Albania ci sono i razzisti come in Italia ?
Oppure gli immigrati si dimenticano del loro passato e adesso giudicano gli irregolari ?
Certo io la vedo benissimo una donna straniera in politica sarà molto in gamba peccato che debba essere con la Lega Nord.



Ecco l'articolo

Sono albanese e corro con la Lega Nord
Viene da Durazzo Entela Metani, candidata a consigliera comunale per il Carroccio alle prossime elezioni. Una storia molto italiana (pardon, padana) di integrazione familiare

La Lega Nord non smette di presentare i candidati che non ti aspetti, che sia per il posto di sindaco (vedi Viggiù) o, più modestamente, per rimpolpare una lista locale "di bandiera". È il caso di Golasecca, dove nella lista targata Carroccio compare un nome che suona poco lumbard: Entela Metani. La 35enne è originaria di Durazzo, ma non più straniera: da giugno scorso è felicemente cittadina italiana. In lista compare insieme all'ingegner Gianantonio Calderara, consigliere comunale già candidato sindaco nel 2004, e a sua moglie Fanny (Francesca De Paoli), presso la cui abitazione vive da molti anni. Si tratta di amici di vecchia data di quel Bruno Specchiarelli, assessore provinciale all'agricoltura, cui la Lega ha affidato l'"operazione Golasecca", inclusiva - secondo i ben informati - di un "cambio in corsa" del candidato sindaco poco prima di presentare le liste.

Una cordata familiare quella leghista a Golasecca? In parte sì. E anche un pizzico multietnica, perchè no. Incontriamo Entela dai Calderara, per i quali è «una figlia», da quando è arrivata in casa loro tredici anni or sono. «Mi sono candidata perchè quelli che conosco io della Lega sono persone di fiducia» spiega la donna, «che si impegnano per il bene di Golasecca. E se posso contribuire anch'io all'amministrazione di questa comunità, mi fa piacere». «Entela non è una che "è venuta qui a fare la domestica perchè non sapeva fare altro"» premette la signora Fanny. «Al contrario: ha una buona istruzione, è una ragazza intelligente, sveglia, informata, parla tre lingue e ha del gran buonsenso. Poteva riuscire in qualsiasi attività, ma qui in casa nostra è lei che fa e disfa, decide e dispone. Ed è la persona giusta per aiutare questo paese. Con i suoi familiari mi sono ritrovata in casa cinque albanesi: e se devo giudicare da come li ho visti lavorare, a volte anche le domeniche, e comportarsi con correttezza, forse devo pensare che si sia un po' esagerato in certi giudizi».

«Sono in Italia dal 1994» spiega Entela. Sposatasi giovanissima, giunse con un ricongiungimento familiare per raggiungere il suo ex marito. Da subito a Golasecca. Alle spalle la vita, per noi non facile da concepire, nell'Albania comunista, un'infanzia all'ombra della figura oppressiva di Enver Hoxha. «Quando morì si pianse, ma sotto sotto si fece festa» racconta. Eppure ha nostalgia, non tanto delle durezze poliziesche e dei rigori ideologici del regime, quanto dell'ordine. Il padre di Entela era direttore di una scuola, la mamma operaia, la famiglia numerosa. «Si camminava tutti diritti allora» ricorda, «si era poveri, lavoratori, e onesti». E un tantino paranoici: il Paese era costellato di patetici bunker a migliaia, a scuola ai ragazzi si insegnava a montare e smontare fucili d'assalto. Ragazze incluse: «ma io ero scarsa in quello, e mi beccai un bel quattro in pagella...».

Entela ha le idee chiare sulla politica del suo paese: lì ha ancora una sorella. «Ramiz Alia aveva tentato una transizione graduale, come quella che volevamo, ma gli hanno tarpato le ali con l'ascesa di Sali Berisha. Con il crollo del regime, dal 1991, improvvisamente si è tolto il coperchio dalla pentola. Prima c'era ordine, dopo sono cominciate le violenze, gli sgarri, le vendette». Durazzo divenne famigerata, tra scafisti e mafie varie. La porta dell'Italia, il grande sogno. «La televisione italiana si guardava di nascosto sotto il regime, tanti hanno imparato la lingua così. Il Festival di Sanremo era l'evento dell'anno...»

Alle dipendenze dei Calderara, dopo un breve periodo di assestamento e la separazione dal consorte Entela si è rifatta una vita a Golasecca, trovandosi, dice, benissimo. «Il paese ha di buono la tranquillità, la gente mi ha accolto bene da subito». Entela ha potuto anche crescere una figlia, oggi quindicenne. Il difficile è stato ottenere la cittadinanza italiana: «Già bisogna attendere dieci anni per chiederla, poi ho dovuto aspettare quattro anni invece dei tre che di norma passano dopo la richiesta. È stato Specchiarelli a darmi la buona notizia, perchè dal Comune ad alcuni mesi dalla concessione ancora non avevo saputo nulla». Le chiediamo cosa pensi del voto agli immigrati di cui si discute ormai da anni. «Cinque anni di residenza come requisito forse sono pochi, ma diciamo che sette potrebbe essere un giusto termine» concede. «L'importante» precisa quando osserviamo che le posizioni della Lega sull'immigrazione sono per la linea dura, «è che chi immigra si renda conto che deve rispettare delle regole, lavorare e seguire la legge italiana con onestà, avere rispetto della casa e del Paese che li ospita. Non puoi fare il padrone in casa d'altri». In compenso puoi far sì che l'Italia (o la Padania, pardon) diventi casa tua. Se la Lega "di lotta" nei paesi avanza candidature "ardite" che sembrano negare quella xenofobia di fondo per cui viene attaccata, la Lega di governo, al contempo, respinge in Libia gli immigrati irregolari che, in testa il sogno dell'Europa, continuano a rischiare la vita attraversando il Sahara prima, il Mediterraneo poi. «Sono cose più grandi di me» dice Entela senza dare giudizi. «Io mi sono rifatta una vita lavorando, da regolare. Però è vero che tanti si sono sistemati e inseriti bene ed erano arrivati da clandestini».

12/05/2009

fonte : http://www3.varesenews.it/politica/articolo.php?id=140878
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lunedì 11 maggio 2009

Proposta choc della Lega: metropolitana solo per Milanesi


Questo si chiama nazismo o fascismo oppure zizzania tra la gente
forse è un modo modo per perdere i voti !
Metropolitane solo per i milanesi ci sarebbe da ridere in quanto Italiani e stranieri è difficile riconoscerli, ci sono italiani che sembrano stranieri e stranieri che sembrano italiano.Si puo dire che vengono penalizzate le persone di colore,anche se ci sono molte persone di colore che sono italiani.
Sarebbe bello vedere sulla metro persone che non si siedono perche magari non sono del posto,cioè di Milano e vedere poi sulla metrò salire i milanesi che trovano il posto gia libero e immaginare le altre persone non residenti che le prendono in giro, oppure questi vogliono chiedere un informazione e nessuno gli aiuta.
I milanesi poi rimarrebbero soli ..nessuno che rivolge una parola.
Sarebbe una penalizzazione per i milanesi.poi bisogna vedere se ci sono milanesi puri come dice Salvini. La Lombardia oramai è multietnica. La maggior parte degli abitanti hanno origini del sud Italia.
sarebbe bello vedere gli italiani che sembrano stranieri e gli stranieri che sembrano italiani ,si divertirebbero un casino facendo giochi psicologici e di sguardi sulla metro.Forse mi siedo ,forse non mi siedo,ci sarebbe da ridere.
Finisce che sulla metrò non si siede nessuno perche si ha paura di essere preso per straniero e così considerato un furbo.Invece gli stranieri e le straniere che non si siedono verrano considerate gentili perche magari considerate milanesi.
Grazie alla proposta della Lega vissero tutti cattivi e scontenti.
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domenica 10 maggio 2009

Io speriamo che sono italiano

Io speriamo che sono italiano

Il primo giorno di scuola in una classe multietnica in Veneto


Come vede il nostro Paese e i suoi stili di vita una scolaresca
emiliana di extracomunitari
GIUSEPPE CALICETI
REGGIO EMILIA
Pubblichiamo alcune voci da L’Italia vista dai bambini immigrati. Un dizionario tratto dal volume «Italiani per esempio» di Giuseppe Caliceti (edito da Librerie Feltrinelli, 64 pag. 7 euro esclusivamente con la borsa Il razzismo è un brutta storia) che raccoglie anni di esperienza fra i bambini immigrati delle scuole di Reggio Emilia, distribuito in anteprima alla Fiera del libro.

ABBRONZATO. Non è vero che io in estate non mi sdraio e non prendo il sole, anche io prendo il sole. Anche se sono già con la pelle nera, io lo voglio prendere e infatti lo prendo. Anche mia madre, anche mio padre, ma non in Italia, in Africa. Infatti in Italia mio padre non ha tempo perché deve sempre lavorare. In Africa però lo prendeva e infatti era più nero di adesso. Era abbronzato. In Italia invece lui ha la pelle meno nera. (Tamu, 10 anni, Burkina Faso)

AGITATI. Italiani sono brava gente, però per me delle volte sono un po’ troppo agitati. Delle volte loro urlano troppo, per esempio quando fanno goal alla partita. Loro sono bravi a cantare, ma non tutti. Poi a scuola alcuni bambini italiani ti vogliono baciare che tu non sai neppure chi sono. (Sana, 6 anni, Albania)

BERLUSCONI. Berlusconi è il capo dell’Italia e anche il capo della Sardegna. Lui è come un re. Però in Italia il re non si chiama re. Lui mette a posto tutte le cose che non vanno in Italia. Lui è quello che vince le elezioni o le partite. Lui è il capo di tutte le televisioni dell’Italia. Berlusconi è il più furbo. Berlusconi è il capo anche del Milan. (Peter, 10 anni, Germania)

COLORE. In Italia le donne possono sposare anche uomini di colore. (Ada, 9 anni, Camerun)

CORAGGIO. Coraggioso come una tigre bianca in inverno. Coraggioso come un leone in un campo di grano. Coraggioso come uno che scala un grattacielo. Coraggioso come un angelo nel cielo. Coraggioso come un innamorato. (Biko, 10 anni, Congo)

DIFETTO. L’Italia è un paese molto bello, ma per me ha un difetto: per me è un po’ troppo lontano dalla Tunisia. (Zahira, 7 anni, Tunisia)

DITTATURA. La dittatura sono delle persone che lavorano tutte in una ditta. (Sheela, 8 anni, Sri Lanka)

FIGLI. Per me le famiglie di stranieri che vengono in Italia fanno più figli degli italiani perché altrimenti dopo non sanno cosa fare. (Laila, 9 anni, Egitto)

HITLER. Hitler era un signore che voleva ammazzare tutti gli uomini tranne lui, ma alla fine non c’è riuscito e allora si è ammazzato lui. (Tong Wen, 10 anni, Cina)

IMMIGRATI. Io sono nata in Italia, a Montecchio, però mio padre e mio papà sono albanesi e anche io allora sono albanese. Io ho fatto l’asilo qui, la scuola qui. Io vorrei chiedere al maestro due cose. La prima cosa è questa: io sono italiana o albanese o tutti e due? La seconda: ma io sono immigrata o no? (Fatima, 11 anni, Albania)

ITALIA POLITICA. In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l’altro re è il Papa. Berlusconi comanda l’Italia, il Papa comanda gli italiani. (Suko, 9 anni, Cina)

ITALIANI. Gli italiani sono americani, però sono nati in Italia, non in America, per questo parlano italiano. Quando io dopo vado tanto a scuola in Italia e imparo bene l’italiano però non divento americana, perché sono nata in Marocco, io sono araba, io sono marocchina. Io allora divento un po’ italiana e un po’ marocchina. (Faiza, 10 anni, Marocco)

MAFIA. La prima volta che ero in Italia avevo paura che c’era una mafia che mi uccideva. (Ndidi, 10 anni, Senegal)

MASCHIO ITALIANO. Gli italiani sono educati, però anche loro mangiano la pizza con le mani. (Ndidi, 7 anni, Senegal)

NASO. Una cosa a me dava molto fastidio era stato all’inizio, quando io sono arrivato qui in questa scuola, perché subito nessuno voleva sedersi vicino a me, andavano via, mi evitavano. Se una maestra mi chiamava e mi alzavo, un bambino metteva il naso sulla sedia, faceva delle smorfie, faceva finta che puzzavo per far ridere gli altri. (Naima, 7 anni, Marocco)

NATALE. Natale è quando hai tanti regali, però a Casablanca non c’è il presepe. (Omar, 7 anni, Marocco)

PENSIERI. Da piccola avevo meno pensieri. (Yuko, 7 anni, Cina)

PESANTI. A me sembra che tanti immigrati fanno dei lavori più pesanti dei lavori degli italiani e stanno anche a lavorare anche di più degli italiani, perché mio padre viene sempre a casa da lavorare quando è già buio e dopo vuole andare subito a letto. Perché i lavori più leggeri sono degli italiani perché sono arrivati prima in Italia. (Isham, 8 anni, Marocco)

PIÙ. Secondo me in Italia le donne lavorano di più dei mariti. Come in Africa. (Ada, 6 anni, Camerun)

POLITICA. La politica è quando uno non è d’accordo. (Diego, 8 anni, Romania)

PROVARE. Io sono nato perché secondo me mio padre e mia madre volevano provare come si faceva un figlio e dopo mi hanno fatto. (Damian, 8 anni, Romania)

ROM. Per esempio a me non piace quando mi chiamano zingaro o mi chiamano rom perché i rumeni non sono tutti zingari! Io sono rom? No, non lo sono! Io sono ru-me-no! (Damian, 11 anni, Romania)

SEMPRE. Per me la mamma è più importante del papà perché se tua mamma si sposa con un altro marito, lei è sempre tua mamma, invece tuo papà dopo cambia. (Ines, 10 anni, Santo Domingo)

SOPRATTUTTO. Gli italiani hanno inventato tante cose ma soprattutto vestiti e cibi. (Akuti, 10 anni, India)

STUPIDI. Gli italiani sono abbastanza gentili, però quando si arrabbiano sono molto stupidi. (Damian, 10 anni, Romania)

TIPI. Ci sono italiani di molti tipi: alti, bassi, biondi, bravi, cattivi. Come i cinesi. Però loro sono un po’ ignoranti, non lo sanno. Loro pensano che tutti i cinesi sono uguali perché non hanno viaggiato come me. (Tong Wen, 9 anni, Cina)

TRISTI. A Santo Domingo la gente si picchia di più, i più grandi picchiano i più piccoli e anche i grandi tra loro, però sei anche più allegro che in Italia, più rilassato, ti sfoghi di più, puoi anche cantare di notte e non viene subito la polizia come qui, perché qui siete più tristi anche se nessuno vi picchia. (Roberto, 10 anni, Santo Domingo)

TV. Un mio compagno di scuola italiano in casa sua ha sette tv. Una tv in ogni stanza. Anche in camera sua e anche in bagno. E in casa sua sono solo lui, la mamma, il papà e la sorella, in quattro. (Raja, 8 anni, Egitto)

ZINGARI. In tutti i paesi del mondo ci sono sempre degli zingari, anche in Italia. Gli zingari sono persone che rubano le cose. (Suko, 8 anni, Cina)

fonte : http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200905articoli/43559girata.asp
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domenica 3 maggio 2009

Cantante arabo non arriva, rivolta immigrati, scontri polizia

Cantante arabo non arriva, rivolta immigrati, scontri polizia
A Mancasale di Reggio Emilia. Un ferito e malore donna incinta
(ANSA) - REGGIO EMILIA, 3 MAG - Ieri sera a Mancasale, Reggio Emilia, c'e' stata una rivolta di extracomunitari perche' il cantante arabo che attendevano aveva dato forfait. Per sedare la protesta di un centinaio di persone, venute da tutta la regione per assistere allo spettacolo, sono intervenute le pattuglie della sezione Volanti di Reggio Emilia e ci sono stati anche alcuni scontri con la polizia. Tra il pubblico, una donna incinta e' stata colta da malore ed e' stata trasportata al pronto soccorso, mentre un operatore della sorveglianza nell'ente fieristico e' rimasto lievemente ferito.(ANSA).

fonte : http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/emiliaromagna/news/2009-05-03_103350549.html
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venerdì 1 maggio 2009

1 Maggio/ Rotondi: è anche festa di lavoratori immigrati

1 Maggio/ Rotondi: è anche festa di lavoratori immigrati
di Apcom
Sono elemento positivo del nostro sistema

Milano, 1 mag. (Apcom) - Il primo maggio va festeggiato e incorniciato in un quadro politico diverso. Il primo maggio è la festa segnata dal protagonismo del movimento operaio che è parte della storia e del progresso civile di questo Paese. Abbiamo il dovere di dare speranza e di assumere impegni: questo governo guarda avanti, verso una prospettiva di crescita per il Paese, con un impegno rivolto a chi perde il lavoro, per la sicurezza sui posti di lavoro, e vogliamo festeggiare anche i lavoratoti stranieri regolari che sono elemento positivo della nostra società e della nostra economia". Lo ha detto il ministro per l'Attuazione del Programma di governo, Gianfranco Rotondi, partecipando a Milano, alla cerimonia di consegna delle stelle al merito del lavoro.
di Apcom
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IMMIGRATI: POLIZIA, CONSULTAZIONE ON-LINE PER PERMESSI SOGGIORNO

IMMIGRATI: POLIZIA, CONSULTAZIONE ON-LINE PER PERMESSI SOGGIORNO

(ASCA) - Roma, 28 apr - La Polizia di Stato ha ideato e realizzato un canale informativo dedicato ai permessi di soggiorno, consultabile direttamente dal sito www.poliziadistato.it

Il cittadino straniero che ha presentato domanda di rilascio, rinnovo o duplicato del ''permesso'' trovera' cosi' la risposta sul web semplicemente collegandosi al sito istituzionale della Polizia di Stato che consentira' l'accesso a una specifica ''banca dati'' informativa.

L'interessato, selezionata la lingua conosciuta tra: italiano, inglese, francese, spagnolo, russo e arabo, dovra' soltanto inserire nello spazio richiesto il codice numerico della pratica, se la richiesta e' stata presentata presso gli uffici della questura, o dell'assicurata se presentata alle Poste.

Il servizio fornira' informazioni sull'esito conclusivo dell'istanza: se il ''permesso'' e' pronto, sara' indicato l'Ufficio ove recarsi per il ritiro attraverso una mappa geografica che copre l'intero territorio nazionale.

Sfruttando la multicanalita' offerta oggi dalla tecnologia per le comunicazioni, sara' poi possibile raggiungere, si spiega dalla Questura di Roma, la stessa ''banca dati'' dalla propria pagina iniziale di ''iGoogle'' e mediante il servizio www.poliziadistato.mobi dai cellulari abilitati.

res-gc/mcc/rob
fonte : http://www.asca.it/news-IMMIGRATI__POLIZIA__CONSULTAZIONE_ON-LINE_PER_PERMESSI_SOGGIORNO-826892-ATT-.html
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martedì 21 aprile 2009

Il rom montenegrino Ferdi vince il Grande Fratello 2009

Una risposta ad alcuni politici che vorrebbero schedare i rom


leggete l'articolo

fonte : http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200904210055-spe-rom1136-tv_il_rom_ferdi_e_il_vincitore_del_grande_fratello_9

TV: IL ROM FERDI E' IL VINCITORE DEL "GRANDE FRATELLO 9"

Roma, 20 apr. - E' Ferdi Berisa, 21 anni, di origini rom che dal Montenegro e' arrivato clandestinamente in Italia 10 anni fa, il vincitore del "Grande Fratello 9". L'aiuto cuoco di Fano si e' conteso il titolo con Marcello Torre Calabria, il fornaio di Cividino (Bg). Gli spettatori, attraverso il televoto, hanno deciso per i due concorrenti piu' semplici, di umili origini, di questa nona edizione. Terza classificata Cristina Del Basso, la "maggiorata", la pin-up che complessivamente "ha versato 8 litri di lacrime". Quarto classificato Gianluca Zito, l'imprenditore che vive tra Napoli e Los Angeles, il "playboy dal sorriso piu' accattivante del Grande Fratello". Il 32enne e' il primo quindi a essere stato squalificato, punito dal pubblico per i gesti poco gentili della puntata precedente
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lunedì 13 aprile 2009

Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov

Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca
di Matteo Buffolo

Se mai li aveva abbandonati, la paura è tornata prepotente fra i giornalisti russi e gli attivisti per i diritti umani. Dopo che anche il presidente Dmitry Medvedev aveva ammesso che in Russia ci sono stati omicidi politici che hanno visto vittime dei giornalisti, l'opinione pubblica della terra degli zar è stata colpita da altri due casi: la morte di Sergei Protazanov, un giornalista-tipografo-impaginatore del giornale «Il Consenso Civile» del sobborgo moscovita di Khimki e l'aggressione a Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, famoso nella capitale già dai tempi del regime sovietico.
«Ci sono stati omicidi politici, ne sono certo. Non in tutti i casi è così, ma in alcuni di sicuro», aveva detto Medvedev. E fra i casi controversi è destinato anche a rientrare quello della morte del quarantenne Protazanov: fonti investigative sostengono che sia morto a causa di un'intossicazione da farmaci, altri invece dicono che è successo tutto in seguito a un’aggressione subita domenica da parte di sconosciuti. E a sostenere questa tesi non ci sarebbero soltanto attivisti, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. Perché proprio un problema ambientale sarebbe al centro del "giallo": la municipalità di Khimki e gruppi di ambientalisti si scontrano da mesi sul passaggio di un'autostrada. E a Khimki, già nei mesi scorsi, per gli stessi temi era stato minacciato Mikhail Beketov, direttore del quotidiano di opposizione Khimkinskaja Pravda («La verità di Khimki»). Minacce culminate in novembre con una feroce aggressione che lo ha mandato in coma e in seguito alla quale ha subito l'amputazione di una gamba. Ma alcuni sostengono anche che Protazanov stesse per pubblicare una sua inchiesta su presunti brogli elettorali.
È andata "meglio" a Lev Ponomariov, che è stato aggredito martedì sera a Mosca da "ignoti" ed è già stato dimesso dall'ospedale. Avvicinato col pretesto di una sigaretta, è stato malmenato e anche se le sue condizioni non sembrano gravi dovrà sottoporsi ad esami più approfonditi. «Quello che mi inquieta di più - ha detto la moglie - è che da tempo sosteneva di essere pedinato». Di certo Ponomariov è sempre stato molto critico con il Cremlino e nel passato aveva collaborato anche con Stanislav Markelov, l'avvocato difensore delle cause cecene, ucciso nei mesi scorsi insieme alla giornalista Anastasia Baburova della Novaya Gazeta, lo stesso giornale di Anna Politkovskaia. «Sono fermamente convinto che sia una vendetta e non la semplice aggressione di alcuni balordi - ha spiegato Ponomariov -. Al tempo stesso, tuttavia, non saprei dire chi potrebbe essere dietro a questo attacco su commissione, anche se sicuramente ho dato fastidio a qualcuno. Di certo non fermeranno la mia attività: non perché io sia un eroe ma perché è la mia vita», ha concluso auspicando che lo Stato intervenga per fermare le aggressioni. «L'aggressione contro Ponomariov è un segnale allarmante», ha commentato Aleksandr Verkhvski, direttore dell'ong Sova. E gli ha fatto eco Tatiana Lokshina, responsabile della sede di Mosca dell'organizzazione statunitense Human Rights Watch: «È vergognoso, questo incidente testimonia che l'atmosfera nella quale opera la società civile russa è inaccettabile». Se sia inaccettabile anche per le autorità, lo dimostreranno le prossime azioni di Medvedev e Putin. Quel che è certo è che nei giorni del G20 l'immagine della Russia si appanni di nuovo.
fonte : http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=340743
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