11/11/2011
Una settimana dopo la tragica alluvione di Genova, che ha causato la morte di sei persone, in via Fereggiano e in piazza Galileo Ferraris si torna a vivere a poco a poco. E la normalità inizia dalla scuola Giovanni XXIII, dove c'é la classe di Gioia Djala, la bambina di otto anni travolta e uccisa da un'onda di fango e detriti insieme alla mamma e alla sorellina di un anno.
Nella sua classe, la III B, c'è una sua foto e quei palloncini bianchi lasciati volare in cielo all'uscita. Tanti cartelloni rossi sui quali i suoi compagnetti hanno salutato quella bimba dagli occhi vispi, scuri e pieni di vivacità. "Ciao Gioia, non ti dimenticheremo mai...". Dal balcone, intanto, un lenzuolo ricorda Gioa: "Un saluto agli angeli in cielo".
Genova. “Non c’è fango che tenga”. E’ la nuova iniziativa solidale pensata da alcuni genovesi per aiutare chi è stato duramente colpito dall’alluvione del 4 novembre.
“Per chi si è tramutato in angelo del fango, per chi non ha potuto, per chi vuole ancora dare una mano a chi ora deve ricostruire e ricostruirsi – spiega Dacia Puppo, dalla pagina Facebook “20 mila magliette per il rilancio di Genova” – in diverse zone della città saranno organizzati punti di distribuzione magliette ‘non c’è fango che tenga – i genovesi’ per una raccolta fondi a favore delle attività lavorative (negozi e artigiani) di Marassi gravemente colpite dall’alluvione del 4 novembre”.
Oltre 20.000 magliette saranno distribuite a Marassi, zona Expò, zona centro, nei centri commerciali, nelle parrocchie, allo stadio. L’elenco completo sarà postato con gli aggiornamenti sulla bacheca dell’evento. Il contributo minimo previsto è di 10 euro. E’ possibile anche l’acquisto di gruppi di magliette per amici/iniziative/eventi.
La raccolta è organizzata da un gruppo di imprese e negozi genovesi, fortunatamente non toccati dalla calamità, e dalla parrocchia Santa Margherita di Marassi.
“Questa maglietta è un simbolo – conclude Puppo – una dimostrazione di vicinanza a chi ora deve ricostruire e rialzare la testa. Grazie a tutti, so che ci sarete come una settimana fa, come ieri e come oggi”.
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