L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

mercoledì 20 febbraio 2008

Immigrazione - Numeri triplicati nel mondo in 40 anni

Lo rivela un rapporto Ocse, presentato oggi a Parigi, che ha tentato di realizzare un «profilo della popolazione immigrata nel 21/mo secolo», che segnala come come il rapporto tra immigrazione e sviluppo economico si sia intensificato e sia cresciuto di importanza

PARIGI – La popolazione immigrata nei paesi dell’Ocse è più che triplicata a partire dagli anni Sessanta ad oggi, arrivando ad un totale di oltre 75 milioni di persone, in leggera prevalenza donne (51,1%). Lo rivela un rapporto Ocse, presentato oggi a Parigi, che ha tentato di realizzare un «profilo della popolazione immigrata nel 21/mo secolo», che segnala come come il rapporto tra immigrazione e sviluppo economico si sia intensificato e sia cresciuto di importanza. I dati del rapporto Dioc (Database on immigrants in Ocse) riguardano trenta paesi, la maggior parte europei, ma anche i tre Nord americani, gli asiatici Giappone, Corea e Turchia, Australia e Nuova Zelanda.

- ITALIANI POPOLO DI MIGRANTI: Gli italiani, assieme ai tedeschi e ai turchi, occupano la top five delle popolazioni di area europea che immigrano di più negli altri paesi dell’Ocse. Lo rivela il rapporto dell’Ocse, presentato oggi a Parigi, sull'immigrazione nei paesi Ocse dagli anni sessanta a oggi.
Nei due terzi dei paesi dell’Ocse, gli immigrati provenienti dall’area Ocse rappresentano il 40% o più degli immigrati.

- NATI ALL'ESTERO: Il 7,5% della popolazione dei paesi dell’Ocse è nato in un paese diverso da quello in cui ora risiede. Il 4,4% non ha assunto la nazionalità del paese che lo ospita. Nel caso dell’Italia, i nati all’estero corrispondono al 4% degli abitanti e provengono per lo più dalla Svizzera, dall’ex Jugoslavia, dalla Germania, dal Marocco e dall’Albania. In generale il 51,1% (in Italia il 54,4%) degli immigrati nei paesi Ocse è donna e la maggior parte di coloro che lasciano la madrepatria ha tra i 25 e i 64 anni (in Italia sono il 65,2% degli immigrati).

- IMMIGRATI HANNO ISTRUZIONE SUPERIORE: Il 23,6% degli immigrati ha conseguito il diploma di laurea. Il dato supera di alcune unità quello degli indigeni, fermo al 19,1%. È molto alto, però il numero degli immigrati che svolge un lavoro al di sotto della qualifica scolastica ottenuta in madrepatria.

- IMMIGRATI E LAVORO: Il 62,3% degli immigrati, tra i 15 e i 64 anni, ha un lavoro. Ciononostante la disoccupazione degli immigrati rimane un problema aperto, soprattutto in alcuni paesi europei. Il 28,2% degli immigrati è impiegato nell’agricoltura o nell’industria, il 12,4% in servizi di produzione, il 20% in servizi di distribuzione e il 39,3% nei servizi sociali o per la persona.

- A USA PRIMATO PER NUMERO IMMIGRATI. Negli Stati Uniti vivono 31,4 milioni di immigrati. Segue la Germania con circa 8 milioni, la Francia con 5,6. I dati Ocse fanno riferimento però all’inizio degli anni 2000, quando l’Italia, che oggi si avvicina a quota quattro milioni di immigrati, ne contava poco più che la metà.

20/2/2008
www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
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Scuola: studenti di origine straniera penalizzati nelle scuole superiori dei Paesi Ue.

20 febbraio 2008

Scuola: studenti di origine straniera penalizzati nelle scuole superiori dei Paesi Ue.
Indagine del British Council su 50 scuole europee.


Non importa se sono studenti stranieri di prima o seconda generazione: sono loro i più penalizzati dalle scuole superiori europee. Hanno probabilità tre volte maggiore degli altri di abbandonare la scuola, meno speranze di trovare subito un lavoro e presentano lacune rispetto alla media degli studenti.
Lo rivela un’indagine che il British Council sta svolgendo tra gli studenti stranieri di età compresa tra i 14 ed i 16 anni in 50 scuole superiori europee. L’indagine, anticipata ieri, verrà pubblicata alla fine del mese nell’ambito di un progetto di formazione svolto dall’istituto britannico.
Per il 50% dei ragazzi intervistati le difficoltà maggiori si hanno nella matematica, soprattutto se si tratta di immigrati di prima generazione. Nei paesi di lingua francofona invece, i problemi riguardano la lettura e coinvolgono un ragazzo su cinque. Molti, quasi uno su tre, è in ritardo di almeno un anno scolastico.
Tra i motivi, secondo i ragazzi, vi è quello della lingua “vista come una barriera verso i coetanei” e il colore della pelle.
(Al. Col.)
http://immigrazioneoggi.it/
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