L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

lunedì 19 gennaio 2009

Dagli immigrati quasi sei miliardi di tasse

MILANO - Gli immigrati imprenditori sono sempre di più: 165mila in tutta Italia, attivi soprattutto nell'edilizia e nel commercio, con marocchini e romeni nettamente in testa. Un po’ a sorpresa i cinesi sono indietro, ma le aziende straniere nel complesso danno lavoro a oltre mezzo milione di persone, sempre più italiani. E' la fotografia di un settore in continua espansione scattata dalla Fondazione Ethnoland. Dal loro studio emerge inoltre che il contributo degli immigrati allo Stato è notevole: poco meno di 5,9 miliardi dovuti soprattutto alle tasse sui redditi.

Secondo i dati di numerose istituzioni pubbliche e private che si occupano di immigrazione raccolti e pubblicati in un volume, il boom è evidente: dal 2003 al 2008 il numero di queste imprese, quasi sempre molto piccole, è triplicato. Non tutto il fenomeno si può però considerare sano: in molti casi gli immigrati devono aprire una partita Iva perché il datore di lavoro vuole alleggerire i vincoli da lavoro dipendente, ma la ricerca ha comunque individuato, oltre ai titolari di queste microimprese, circa 130mila “figure societarie” (soci veri e propri o persone che svolgono nell'azienda altre funzioni) e almeno 200mila dipendenti.

Sempre tenendo presente i dubbi di molti sindacalisti sulla reale vocazione imprenditoriale di molte aziende composte da una sola persona, il gruppo etnico più attivo appare quello marocchino con 28mila imprese attive (+27% rispetto al 2003), seguito dai romeni (23.500, +61%, il maggior tasso di crescita), con i cinesi solo terzi sulla stessa linea degli albanesi (18mila imprese, rispettivamente +24% e +48%). Il settore cardine dell'imprenditoria straniera è quello dell'edilizia (64mila aziende, 37% del totale), seguito dalle molte e diverse attività commerciali (57mila, 34%). E' la Lombardia la Regione dove sono attive più imprese 'straniere' (30mila), seguita dall'Emilia Romagna (20mila) e da Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto, con circa 15mila imprese ognuna. Tutte le altre Regioni sono sotto la soglia delle 4mila aziende, con un dato di sole mille imprese aperte in Puglia.

Notevole, secondo il rapporto, il contributo degli immigrati alle casse dello Stato italiano: il gettito totale 2007 dei lavoratori stranieri in Italia è stato di 5 miliardi e 887 milioni di euro, in gran parte dovuto ai versamenti Irpef di circa due milioni di lavoratori dipendenti. La ricerca, basandosi in questo caso su dati di Unioncamere e dell'Istituto Tagliacarne, afferma anche che è generato dagli immigrati il 9,2% del valore aggiunto, corrispondente a una quota di 122 miliardi di euro del Pil nazionale.

“Non va dimenticato che l'Inps - conclude Otto Bitjoka, presidente della fondazione Ethnoland, imprenditore camerunense che da trent'anni vive a Milano - ha accertato che gli immigrati assicurano annualmente cinque miliardi di euro di contributi previdenziali, mentre sono minimali percettori di prestazioni pensionistiche vista la loro giovane età media”.

(ANSA)

(16 gennaio 2009)

fonte http://temi.repubblica.it/metropoli-online/dagli-immigrati-quasi-sei-miliardi-di-tasse/
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Lavoro: immigrati, l'istruzione non paga

di ANSA
Bankitalia: effetto su retribuzioni 5 volte inferiore a italiani
(ANSA) - ROMA, 18 GEN - L'istruzione non paga gli immigrati. Per i lavoratori provenienti da Paesi meno sviluppati aver studiato conta poco ai fini retributivi. A dirlo e' una pubblicazione nella serie 'Temi di discussione' della Banca d'Italia: il rendimento sulle buste paga di anni passati sui banchi di scuola e' irrisorio e arriva ad essere fino a cinque volte piu' basso di quello raggiunto dai cittadini italiani. Si tratta di un rendimento stimabile in poco meno di un punto percentuale (0,8-0,9%) per ogni anno di scolarita'. Un valore largamente inferiore a quello generalmente stimato per i lavoratori del Belpaese, che si attesta tra il 5 ed il 6%. Il saggio analizza la relazione tra il livello di istruzione e la retribuzione conseguita su un campione di stranieri presenti in Lombardia tra il 2001 e il 2005 (circa 8mila sulla base della banca dati dell'Ismu) e provenienti da nazioni in via di sviluppo. Ad influenzare, ancor piu' in negativo, il salario e' poi lo status legale dell'immigrato. Gli irregolari hanno infatti una retribuzione inferiore di circa il 20% rispetto a quelli regolarmente presenti in Italia. Inoltre, il riconoscimento della cittadinanza italiana, a parita' di condizioni, si associa ad un salario dell'8% circa piu' elevato di quello di un immigrato con il solo permesso di soggiorno.(ANSA).
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