L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

mercoledì 24 agosto 2011

4 GIORNALISTI ITALIANI SEQUESTRATI IN LIBIA


QUATTRO GIORNALISTI ITALIANI SEQUESTRATI IN LIBIA. SONO UN INVIATO DELLA STAMPA, DUE DEL CORRIERE DELLA SERA E UNO DI AVVENIRE
Si tratta di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del "Corriere della Sera", Domenico Quirico de "La Stampa" e un altro collega inviato di "Avvenire", come ha detto Bruno Tucci, il presidente della'Ordine dei giornalisti del Lazio.
Condividi

Domenico Scilipoti ha origini albanesi (è un arbëreshë) ?


Domenico Scilipoti è quel politico che nel 2010 passo dall' IDV al centro destra di Berlusconi , perchè secondo lui il partito guidato da Di Pietro stava diventando troppo comunista e troppo anti- italiano , perciò è uscito dal partito dando il voto a Silvio Berlusconi salvando in extremis la caduta del governo.

In ogni momento Scilipoti dice di essere nazionalista però senza rivelare le sue origini albanesi.

Si , Domenico Scilipoti è un arbereshe e dice di essere tanto nazionalista o forse dell'italiaItalia non gliene frega nulla ?


Nel Sud Italia ci sono gli italo albanesi chiamati Arbereshe, parlano la lingua albanese e conservato la loro cultura e il loro folk .

La cosa che da più fastidio è che Scilipoti dice di aver dato il voto a Berlusconi per salvare l'Italia.
Scilipoti nel 2010 assieme a Cambursano presentò un interrogazione parlamentare per la lingua arbereshe. (Mercoledì 3 febbraio 2010, seduta n.277 )


qui sotto vi riporto l'articolo dal sito della camera.

----------------------------------------------
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05982
presentata da
RENATO CAMBURSANO
mercoledì 3 febbraio 2010, seduta n.277

CAMBURSANO e SCILIPOTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per i rapporti con le regioni.
- Per sapere - premesso che:

da secoli sul territorio nazionale italiano esistono le minoranze linguistiche storiche citate all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482;

gli idiomi parlati da tali minoranze linguistiche non sono riconducibili alla lingua italiana o ai dialetti italoromanzi perché essi, come nel caso degli arbëreshë (italo-albanesi: da qui in poi dicasi solo arbëreshë), i Valser, i Grecanici, hanno antiche origini riconducibili all'esterno del territorio nazionale italiano;

gli idiomi parlati dalle minoranze storiche citate all'articolo 2 della n. 482 del 1999) sono di forma arcaica, quindi diverse dal codice linguistico attuale in uso nei territori d'origine: l'arbëreshë, per esempio, che non si è evoluto con l'insieme delle altre forme linguistiche regionali extranazionali a lui collegate;
la lingua arbëreshë, che erroneamente, e creando confusioni, nella legge n. 482 del 1999 viene citata come «albanese», differisce dall'albanese d'Albania nelle preposizioni, nei gruppi consonantici, nelle desinenze, nella forma piena dei verbi, nel tempo dei verbi, nella fonetica, e in altro. Va dunque precisato che, l'erronea dicitura «albanese» crea confusioni nell'individuazione della lingua oggetto di tutela;

gli idiomi citati alla n. 482 del 1999, per la loro arcaicità, nelle odierne lingue nazionali extranazionali non possono trovare la loro presupposta lingua madre, ma in loro, trovare affinità come varianti linguistiche regionali extranazionali;

facendo il caso dell'arbëreshë, esso non può trovare la sua ipotetica lingua madre nell'albanese d'Albania ma, insieme ad esso, può essere iscritto in una famiglia linguistica più ampia comprendenti altre varianti linguistiche regionali extranazionali: queste lingue, l'arbëreshë, l'albanese d'Albania ed altre forme della stessa lingua parlate in Kosovo, Grecia e Macedonia, possono trovare il loro sostrato più antico, e quindi la loro ipotetica lingua madre, nello scomparso illiro o tracio-illiro: così come insegnato da due insigni linguisti, Ferdinand de Saussure in «Corso di linguistica generate» e da Merritt Ruhlen in «L'origine delle lingue», le lingue possono trovare il loro precursore in un sostrato più antico a loro e mai in qualcosa a loro posteriore. Ora, l'albanese arcaico parlato in Italia, per la sua antichità, non può trovare nel recente ed artificiale albanese standard d'Albania codificato solo nel 1953 la sua lingua madre, ma solo essere messo in relazione ad esso come ad un'altra variante linguistica regionale;

i parlanti gli idiomi riferiti alle minoranze linguistiche citate alla legge n. 482 del 1999 per gli sconvolgimenti geopolitici avvenuti negli ultimi secoli, non possono più riferirsi ad un odierno territorio d'origine che possa essere definito come loro madrepatria: è il caso degli arbëreshë (italo-albanesi da secoli stanziati in Italia), che in maggior parte sono provenienti dai territori originari della Ciameria, della Morea, dell'Epiro e del Peloponneso. Questi nominati territori sono attualmente parte integrante della Grecia, ergo, gli italo-albanesi non possono riconoscersi nella limitata regione dell'attuale Albania come nella loro madrepatria;

la Carta costituzionale, nei suoi principi fondamentali, all'articolo 3 recita: «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua» e all'articolo 6 si legge che: «la repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche»;

la legge 15 dicembre 1999, n. 482 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche» all'articolo 2 recita: «In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princìpi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano ed il sardo»;

all'articolo 4 comma 1 recita: «Nelle scuole materne dei comuni di cui all'articolo 3, l'educazione linguistica prevede, accanto all'uso della lingua italiana, anche l'uso della lingua di minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l'uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento»;

al comma 2 recita: «...al fine di assicurare l'apprendimento della lingua di minoranza,...»; al comma 5 recita: «Al momento della prescrizione i genitori comunicano all'istituzione scolastica interessata se intendono avvalersi per i propri figli dell'insegnamento della lingua di minoranza»;

la legge 15 dicembre 1999, n. 482 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche», all'articolo 2 recita: «...la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi...» e che questo ingenera confusioni su quale lingua e cultura la Repubblica intenda tutelare, se dunque intenda tutelare la lingua di minoranza nelle sue forme e la cultura riferita alte popolazioni che da secoli hanno contribuito alla formazione dell'attuale contesto italiano e quindi popolazioni storiche stanziate sul territorio nazionale italiano, oppure, se la tutela delle lingue di minoranza vada riferita alle lingue straniere in uso nelle attuati nazioni d'Albania, di Croazia, di Grecia e altro;

la stessa legge agli articoli 7, comma 2 e 3, all'articolo 8, comma 1, all'articolo 9, commi 1 e 3, e agli articoli seguenti, sempre in modo generico parla di «...lingua ammessa a tutela...» senza ulteriormente specificare se la lingua sia riferita al codice linguistico parlato dalle popolazioni di minoranza linguistica di riferimento, oppure, se la tutela sia riferita alle lingue nazionali di paesi esteri come l'Albania, la Croazia, la Grecia;

come evidenziato sopra, il generico nome usato nell'articolo 2 della citata legge n. 482 del 1999 «...albanese, croato, greco, ...» per la lingua posta a tutela, senza ulteriori specificazioni, genera confusione sulla corretta interpretazione da attribuire ad essa e che l'errata interpretazione, che ad una superficiale analisi, potrà sembrare pura disquisizione linguistica, se non urgentemente corretta, - oltre all'evidente guasto apportato ad un patrimonio linguistico da tutelare -, si presta, e potrà prestarsi ad un indebito uso dei fondi destinati alla tutela delle minoranze linguistiche storiche d'Italia -:

se non ritengano utile ed opportuno promuovere una disposizione di interpretazione autentica della legge n. 482 del 15 dicembre 1999, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche d'Italia;

se risulti che i fondi destinati dalla legge n. 482 del 1999 siano stati usati erroneamente per la promozione di lingue straniere e non dunque per la promozione delle lingue di minoranza nella varie espressioni in uso nelle minoranze linguistiche storiche d'Italia. (4-05982)


l'articolo lo trovate qui

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=21530&stile=6&highLight=1

------------------------


fonte http://serbia-italia.blogspot.com/2011/08/domenico-scilipoti-ha-origini-albanesi.html

Condividi