L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

venerdì 7 marzo 2008

Oltre 4 mln gli immigrati regolari in Italia, il doppio rispetto al 2004

Al Cnel il seminario 'La giornata dell'integrazione - Ricerche sugli indicatori dell'integrazione in Italia e in Europa'

Oltre 4 mln gli immigrati regolari in Italia, il doppio rispetto al 2004

Per metà sono europei, la comunità romena è la più numerosa con 556 mila presenze. Rappresentano il 10% degli occupati a livello nazionale, mentre l'incidenza sulla popolazione è del 6%




Roma, 7 mar. - (Adnkronos) - Ha superato quota 4 mln il numero complessivo di immigrati regolari presenti nel nostro Paese, con un raddoppio rispetto al traguardo dei 2 mln varcato nel 2004.

A livello territoriale prevalgono le regioni settentrionali, dove nel 2007 si trovavano più di 2 mln di persone.

Il motivo di soggiorno prevalente è il lavoro e gli immigrati arrivano a incidere per il 10% sugli occupati a livello nazionale, mentre l'incidenza sulla popolazione è del 6%. Le cifre aggiornate sulla presenza degli immigrati regolari in Italia sono emerse nel corso del seminario 'La giornata dell'integrazione - Ricerche sugli indicatori dell'integrazione in Italia e in Europa', in corso al Cnel e organizzato dall'Organismo nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri.

Nel 2007 la presenza straniera in Italia risultava costituita per la metà da europei: in particolare, gli immigrati provenienti dall'Europa dell'Est sono aumentati di 14 punti percentuali tra il 2000 e il 2006, mentre l'Africa ne ha persi 5 e l'Asia e l'America 2 ciascuna: tutte le aree, comunque, sono notevolmente cresciute di numero. La comunità straniera più numerosa è quella romena con 556 mila presenze, seguita da quella marocchina con 387 mila e da quella albanese con 381 mila. A seguire, l'Ucraina (195 mila), e la Cina (186 mila).

Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, in Italia ''è abbastanza omogenea'' mentre in altri Stati europei sono ''rilevanti'' le concentrazioni di immigrati in alcune aree: in Francia, ad esempio, il 40% degli stranieri vive nella zona di Parigi e nel Regno Unito più di un terzo degli immigrati risiede nell'area metropolitana di Londra. Nel nostro Paese, invece, solo un quinto degli immigrati si trova nelle due maggiori aree urbane, quelle di Roma e di Milano. L'Italia ha superato per la prima volta nel 2006 con il 6,2%, secondo la stima del dossier Caritas/Migrantes, la media europea quanto all'incidenza della popolazione immigrata sul totale. A livello europeo l'incidenza degli immigrati sulla popolazione complessiva è del 5,6%. L'Italia è invece indietro rispetto agli altri Paesi europei per quanto riguarda la consistenza delle 'seconde generazioni', vale a dire gli stranieri nati sul posto e il loro accesso alla cittadinanza italiana. ''Si tratta - si legge nel rapporto finale curato da 'Miti' e Centro studi e ricerche Idos - di 398.295 persone alla fine del 2006. Basti pensare, per ipotizzare il futuro, in Gran Bretagna a fronte di 3 mln di cittadini stranieri vi sono 6 mln di britannici di orgine straniera''.

Quanto al mercato lavorativo, nel 2005 la popolazione totale aveva un tasso di disoccupazione del 7,7% e gli immigrati del 10%, con oscillazioni che andavano dal 4,2% della Val d'Aosta al 17,2% dell'Umbria. Le regioni che garantiscono ''un trattamento più ugualitario'' agli immigrati sono il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige ed il Piemonte. ''Tuttavia - rilevano i promotori del seminario - anche in queste regioni gli immigrati, pur essendo più vicini agli standard medi di vita della popolazione nazionale, hanno un gap di circa il 40% a sfavore rispetto alla situazione degli italiani''. Gli immigrati ''non solo si trovano in una posizione impari dal punto di vista giuridico, ma lo sono anche quanto alle concrete condizioni di vita: si tratta di una situazione di maggiore sfavore da recuperare - viene sottolineato - attraverso adeguate politiche e pratiche di integrazione''.

fonte http://www.adnkronos.com
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