L'ITALIA VISTA DAGLI STRANIERI..

martedì 28 settembre 2010

Cgia, 389mila disoccupati in più nel biennio, 1 su 3 straniero

27 settembre, ore 10:11

Negli ultimi 2 anni la crisi economica ha aumentato l'esercito dei disoccupati presenti nel nostro territorio di quasi 389.000 unità.


Roma, 27 set. (Labitalia) - Negli ultimi 2 anni la crisi economica ha aumentato l'esercito dei disoccupati presenti nel nostro territorio di quasi 389.000 unità (precisamente 388.942) colpendo soprattutto gli stranieri. Quasi uno su tre, il 27,4%, non è infatti cittadino italiano. Il 23% è composto da giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni e il 19,2% da donne. I rimanenti sono maschi in età compresa tra i 25 e i 64 anni. E' quanto emerge da un'indagine della Cgia di Mestre che ha analizzato gli effetti della crisi economica sulle tre categorie occupazionali più deboli del nostro mercato del lavoro: i giovani, le donne e gli stranieri.

"In questi ultimi 2 anni - commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - la variazione percentuale di crescita del numero dei disoccupati stranieri è aumentata del 63,1%, contro il 22,8% dei giovani e l'8,3% delle donne. In Italia il tasso di disoccupazione degli stranieri ha ormai raggiunto l'11,6%. Un dato ancora molto inferiore al tasso di disoccupazione giovanile, pari al 27,9%, ma con ricadute sociali per questi immigrati altrettanto preoccupanti di quelle vissute dagli under 24. Infatti molti di questi stranieri sono extracomunitari che con la perdita del posto di lavoro conservano la validita' del permesso di soggiorno sino alla sua scadenza".

"Si pensi - aggiunge Bortolussi - che oggi in molti centri per l'impiego veneti dell'alta padovana o del trevigiano, storicamente zone di piena occupazione, il 35-40% degli iscritti nelle liste di disoccupazione è di nazionalità straniera". Secondo gli artigiani mestrini, "è difficile pensare che molti di questi immigrati troveranno un nuovo posto di lavoro" e dunque è necessario "ripensare la politica dei flussi migratori" riducendo "il numero di ingressi", e cercando di coprire le richieste occupazionali delle aziende con coloro che sono già presenti nel nostro territorio".

fonte www.adnkronos.com
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